di GIANNI DI CAPUA SI TRATTA nella maggioranza per trovare una soluzione all'Authority.
Se ne parlerà a quello successivo e nel disegno di legge di Tremonti confluirà la proposta del ministro Buttiglione di recepimento della direttiva Ue sul market abuse. Le conseguenze sempre più allarmanti del crac Parmalat e la riforma delle autorità di controllo hanno impegnato l'ufficio politico dell'Udc. Se le posizioni di Udc e Tremonti su come riformare il sistema di controllo sono state lontane, oggi sembrano essersi notevolmente riavvicinate. Lo ha detto esplicitamente il ministro Buttiglione. «Riguardo al progetto della riforma del risparmio Tremonti non è distante dal modello "a 3 teste": è un terreno su cui possiamo lavorare insieme». Sembra dunque essere questa l'ipotesi su cui si lavora, con un occhio alle proposte dell'opposizione, piuttosto che a quella di un'unica «super authority». E l'Udc avrebbe dato mandato al ministro Buttiglione, secondo il quale va comunque tutelata l'indipendenza di Bankitalia, di comunicare telefonicamente a Tremonti la linea del partito: no a decreti discussi in fretta e furia, magari varati già nella riunione dell'esecutivo di oggi; per risolvere l'intera materia la via maestra è il confronto in Parlamento con il coinvolgimento dell'opposizione. E Tremonti, che ha visto il premier Silvio Berlusconi in Sardegna, avrebbe garantito la propria disponibilità a confrontarsi su questa base di partenza. Un richiamo alla calma arriva in giornata dal ministro Maurizio Gasparri secondo il quale «è necessario raffreddare le tensioni e depersonalizzare la discussione». Ma il presidente della commissione attività produttive della Camera, Bruno Tabacci, pur dichiarandosi contrario alle dimissioni chiama nuovamente in causa il Governatore Antonio Fazio: «Fazio non può chiamarsi fuori» dalla vicenda Parmalat, «stia sereno e partecipi all'autoriforma, di cui c'è bisogno». Tabacci pensa «ad un Fazio collegiale e ad un Fazio a termine che si prenda le proprie responsabilità e partecipi all' autoriforma». Infine nessun commento arriva dall'Antitrust: il presidente Giuseppe Tesauro replica «lasciamo lavorare il legislatore» alle domande su quali dovrebbero essere i nuovi strumenti della sua autorità e sottolinea: «Se ce ne danno qualcuno in più, forse sarebbe anche meglio... Del resto, già oggi lavoriamo molto bene con la Banca d'Italia, con grande spirito di collaborazione. Non abbiamo problemi».