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Annunziata e Cattaneo: insulti in Parlamento

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Lo scontro più violento sulla delibera riguardante i canali sperimentali del digitale terrestre

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Presidente e direttore generale della Rai si sono scambiati parole grosse ieri a Montecitorio nel corso dell'audizione in Commissione Trasporti e Cultura. Commissioni che alla fine hanno deciso di esaminare soltanto le parti del ddl Gasparri interessate dal messaggio con cui Ciampi ha rinviato il provvedimento al Parlamento. L'opposizione ha votato contro. «Voglio solo dire che il direttore generale racconta molte balle», ha detto visibilmente alterata la presidente della Rai, Lucia Annunziata, lasciando l'audizione. Rossa in volto, ma con le meches appena fatte e una splendida camicia arancio, l'Annunziata ha spiegato con voce spezzata le ragioni del suo dissenso: «...Sul fatto che abbiamo deciso i contenuti della sperimentazione e non è vero. E ancora, su come era andata ad agosto la sulle procedure di acquisizione delle frequenze. Se Cattaneo vuole tirar fuori i documenti, eccoci qua». E Cattaneo, uscendo anche lui dall'aula trafelato ma in perfetto completo grigio fumo, ha risposto frettoloso, con le due assistenti Lucia Cucci e Angela Riccio che lo inseguivano: «Io non faccio politica, guardo i numeri. Contano le delibere approvate, non quelle che uno si sogna di fare». Insomma, un nuovo scontro fra presidente e dg, violento, duro e già annunciato nell'arrivo alla Camera. L'Annunziata e Cattaneo infatti sono arrivati separati, hanno preso due ascensori diversi, non si sono scambiati una parola e si sono diretti (ognuno con il suo drappello di fedelissimi) in Commissione. Non hanno presentato un documento unico e hanno mantenuto due posizioni contrapposte su tutti gli argomenti. Una situazione che ha scatenato subito delle polemiche coinvolgendo anche il consigliere Petroni, presente in aula insieme a Veneziani. La goccia che ha fatto traboccare il vaso però è stata la battuta dell'Annunziata verso Cattaneo quando si è parlato delle frequenze del digitale e dello stop agli acquisti del CdA di quest'estate. «Meno male che abbiamo bloccato quei procedimenti irregolari...», ha detto la presidente e Cattaneo è saltato su tutte le furie. Un diverbio pesante dove si è parlato anche di eventuali querele e che ha lasciato di stucco i parlamentari. «Che clima! Se la Rai fosse quotata in Borsa sarebbe già colata a picco», ha sussurrato qualcuno. E infatti sul ddl Gasparri è «impossibile oggi una comune presa di posizione» tra il presidente della Rai, Lucia Annunziata, da una parta e, dall'altra, la maggioranza del consiglio di amministrazione e il dg. Lo dice anche la stessa Annunziata ma questa posizione la isola sempre più, perché ora tutti i consiglieri sembrano schierati con il dg. In Commissione ha sottolineato come il CdA non avesse ancora approvato i contenuti dei canali sperimentali. Il dg ha invece esibito la delibera del Cda con cui è stato approvato il piano del digitale. Cattaneo si è impegnato ad inviare stralci dei verbali delle riunioni, ma poi prefersice mandarli subito in rete. «Presa d'atto» non significa «approvazione», dice il presidente, che invierà le sue carte ai parlamentari: «Provvederò a inviare quelle che ritengo rilevanti» dice e sembra una vera minaccia. Battagliero sul digitale e sulla difesa dell'azienda che presiede (Mediaset) ieri anche Fedele Confalonieri. «C'è chi dice che il digitale è un escamotage per salvare Retequattro: ma chi vuole affossare il digitale lo fa per tirar via Retequattro da Mediaset». Il riferimento è a Europa 7 e al suo imprenditore, Francesco Di Stefano.

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