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SLITTA il varo dell'Authority per il risparmio.

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Il che non significa che non se ne parlerà. Anzi, è quasi certo che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti farà una relazione spiegando le linee della riforma sul nuovo organismo di vigilanza che dovrebbe assumere - nelle intenzioni di via XX settembre - anche alcune competenze della Banca d'Italia. Ma la riunione del governo affronterà comunque la questione perché dovrà discutere di alcuni aspetti tecnici della direttiva comunitaria sui market abuse (abusi di mercato, direttiva 6/2003). In quella norma si parla appunto dell'istituzione di un'autorità per il risparmio. «L'esistenza negli Stati membri di differenti autorità competenti, dotate di responsabilità diverse, può generare confusione negli operatori economici - si legge nella direttiva -. In ogni Stato membro dovrebbe essere designata un'unica autorità competente, cui spetti almeno la responsabilità finale di controllare il rispetto delle disposizioni adottate ai sensi della presente direttiva, nonché la collaborazione internazionale. Tale autorità dovrebbe avere carattere di organo amministrativo, affinché ne sia garantita l'indipendenza nei confronti degli operatori economici e siano prevenuti i conflitti di interessi. Conformemente al diritto nazionale, gli Stati membri dovrebbero assicurare un finanziamento adeguato all'autorità competente». Inoltre si ricorda che «il conferimento all'autorità competente di ogni Stato membro di un insieme minimo comune di strumenti e poteri forti garantirà l'efficacia della sua opera di vigilanza. I gestori di mercato e tutti gli operatori economici dovrebbero parimenti contribuire, ai rispettivi livelli, all'integrità del mercato. Sotto questo profilo, la designazione di un'unica autorità competente per gli abusi di mercato non esclude legami di collaborazione o deleghe sotto la responsabilità dell'autorità competente». A questo punto appare evidente che il governo, come suggerito da alcuni ministri (Buttiglione, Alemanno e soprattutto Marzano) preferisce attendere prima i risultati dell'indagine parlamentare. Indagine, che ha avuto proprio ieri il via libera da parte di Montecitorio, e su cui il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha assicurato una conclusione in tempi brevi, entro il 20 febbraio. In questo modo, è possibile che il governo recepirà le indicazioni che emergeranno nel lavoro delle commissioni Finanze e Attività Produttive di Camera e Senato. Ma è già polemica sulle coperture politiche di Calisto Tanzi. «È stato il secondo contribuente di Forza Italia alle ultime elezioni», afferma Giulio Santagata, esponente della Margherita. Replica Isabella Bertolini (Forza Italia): «Sta facendo il gioco delle tre carte ed è proprio lui a speculare politicamente sulla vicenda Parmalat. Vorrei ricordare al deputato della Margherita che il signor Tanzi è sempre stato legato a doppio filo alla sinistra democristiana prima e a Prodi poi. A tal punto che nel 1996 lo appoggiò pubblicamente e nel 2001 divenne socio di Nomisma, la creatura del presidente della Commisione Ue. Noi invece pensiamo a creare nuovi ed efficienti sistemi di controllo per tutelare i risparmiatori». F. D. O.

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