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Parma Calcio, la famiglia non molla

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I quattro componenti della famiglia che ha fondato la Parmalat e che dal '90 è proprietaria della squadra gialloblù hanno deciso di restare in sella, per ora, al Parma Calcio. Domani non si presenteranno dunque da dimissionari all'assemblea dei soci che deve approvare il bilancio consuntivo chiuso il 30 giugno 2003 e già varato dal loro Cda. Una mossa che ha un forte contenuto di sorpresa, che ha l'aria di un atto che potrebbe preludere, secondo quanto si dice a Collecchio, a contromosse del commissario straordinario di Parmalat, Enrico Bondi, non esclusa secondo alcuni la richiesta al governo di essere nominato commissario straordinario anche del Parma Calcio, in base al decreto Marzano. È dunque una sorta di resistenza quella dei Tanzi, dopo gli arresti seguiti al crac della multinazionale di Collecchio che hanno coinvolto perfino il patron Calisto? Oppure la mossa nasconde un'evoluzione della situazione a dir poco sorprendente, magari un accordo con lo stesso Commissario straordinario? Oppure i conti della società inducono al loro ottimismo, tale da negare una dimissione che avrebbe il segno della resa? Difficile a dirsi, dato che dopo oltre dieci ore di riunione l'unica frase fatta arrivare ai giornalisti in attesa dalla prima mattina all'esterno del «Tardini» è stata: «Non ci sono comunicati - ha detto un portavoce - nè ci sono dichiarazioni». A quanto si è appreso, la riunione non doveva approvare il bilancio: il Cda lo aveva già fatto a dicembre, anche se dopo sono successe tali e tante cose che serviva adottare alcune delibere. Il presidente Stefano Tanzi, la sorella Francesca, il cugino Paolo, Alessandro Chiesi (anche lui cugino da parte di madre), ovvero i quattro consiglieri superstiti dopo le dimissioni del vicepresidente Giorgio Scaccaglia, dell'ex responsabile finanziario di Parmalat Fausto Tonna, e l'ex Abaxbank, Fabio Arpe, hanno voluto limare parola per parola le delibere da sottoporre ai soci: il tutto alla presenza dei tre componenti del Collegio sindacale, il presidente Fabio Branchi, i sindaci Antonio Bevilacqua e Oreste Luciani. Top secret, per ora, il contenuto delle delibere, mentre si è appreso che è stato portato avanti il progetto di ricapitalizzazione, con la conversione del debito verso Parmalat (si dice 50 milioni di euro) in capitale proprio. Dunque, i Tanzi resistono, per dire che il Parma è sano e che il suo progetto può andare avanti.

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