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di ANTONIO SIMEONE COMINCIA a muoversi il popolo dei bond, rimasto incastrato nelle ...

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A Parma, sotto l'egida del Gruppo Consumatori indipendenti (che riunisce alcune delle principali associazioni di consumatori), partono azioni legali e giudiziarie verso le banche che hanno distribuito azioni e obbligazioni e verso organismi di controllo come Consob e Banca d'Italia che, dice il presidente del Confconsumatori Mara Colla, «dovevano controllare e non lo hanno fatto». Già prevista, inoltre, la costituzione come parte civile nella fase processuale. Questo è quanto emerso al termine di una riunione, svoltasi l'altra ser a Parma al Centro Don Gnocchi, dove si sono ritrovate oltre 400 persone in rappresentanza di bond che valevano decine di milioni di euro e che ora sono carta straccia. Le associazione dei consumatori, hanno comunque sottolineato i loro rappresentanti legali, non faranno di ogni erba un fascio. «Valuteremo da caso a caso e da banca a banca - afferma Mara Colla - perché ci sono comportamenti diversi sia tra i risparmiatori, sia da banca a banca. Ci sono persone che hanno chiesto loro stesse azioni e bond Parmalat, e in questo caso è difficile che le azioni legali abbiano successo. Però ci sono anche persone a cui sono stati venduti in modo ingannevole quando addirittura, come in alcuni casi, non ci si è trovati con bond in tasca in modo inaspettato, a seguito di fusioni. Per quanto riguarda le banche anche in questo caso c'è chi ha prospettato i rischi a dovere ai propri clienti, e chi invece non lo ha fatto. Comunque - ha concluso - ora attendiamo gli sviluppi dell'inchiesta». Nella riunione molti risparmiatori - un popolo che va dalla città ai paesi collinari circostanti fino a Collecchio, che riunisce fior di manager a fianco di operai e pensionati - hanno comunque accusato le banche locali che «consigliavano caldamente di investire in Parmalat». L'Intesa dei consumatori ha inoltre presentato un nuovo esposto alle Procure della Repubblica di Milano e Parma chiedendo di estendere le indagini anche alla società di certificazione Deloitte & Touche. «È giusto che chiunque sia coinvolto nello scandalo del gruppo Parmalat paghi le conseguenze delle proprie azioni - afferma Carlo Rienzi presidente del Codacons (una delle associazioni dell'Intesa) - soprattutto per gli immensi danni procurati ai risparmiatori». A Milano, inoltre, sono oltre 200 le denunce di investitori in titoli Parmalat che chiedono di essere risarciti arrivate negli ultimi giorni per posta elettronica sul computer del pm Francesco Greco. Tra le denunce che provengono da tutta Italia c'è anche quella di un padre che aveva investito 2.500 euro per i due figlioletti, probabilmente tutti i risparmi che aveva messo da parte, e quella di una ragazzina di 14 anni che ha scritto per conto della nonna. A queste due segnalazioni, il pm Greco ha risposto personalmente nei giorni scorsi. Le denunce arrivate per posta elettronica, che si aggiungono a quelle inviate via fax e presentate personalmente dagli investitori, da quando è stato aperto l'apposito sito della Procura di Milano contengono informazioni più dettagliate e utili agli inquirenti per le indagini.

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