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An punta i piedi: il primo passo a Sofri

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Ieri è stata in particolare An a schierarsi contro la possibilità che ad Adriano Sofri, condannato per l'assassinio del commissario Calabresi, venga concessa la grazia senza che l'interessato nemmeno l'abbia chiesta. I maggiori esponenti di Via della Scrofa sono intervenuti in forze. Il coordinatore La Russa ha dichiarato alla Stampa fra l'altro che rispetto al progetto Boato a suo avviso bisogna limitare i casi nei quali il capo dello Stato esercita la sua discrezionalità, divenuta più ampia. In pratica, sarebbe necessario che sia l'interessato a proporre la domanda di grazia, Quanto a Sofri, La Russa ha detto che «ha la pretesa di avere, attraverso la grazia, una sorta di ennesima revisione del processo. Non vuole chiedere la grazia, eppure mi sembra prontissimo a riceverla.Non faremo barricate se al termine del percorso il presidente della Repubblica deciderà legittimamente di concederla. Ma - dice La Russa- se ci chiedono di cambiare una legge, non ci possono chiedere di cambiarla su misura per Sofri». Identica l'opinione del ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno: «È molto razionale la condizione in base alla quale la grazia si deve chiedere. Se non è il ministro della Giustizia a fare questa istruttoria e quindi il capo dello Stato diventa unico garante istituzionale, mi sembra giusto che ci sia la richiesta del detenuto». Durissimo il ministro delle Comunicazioni Maurizio gasparri: «Adriano Sofri - ha detto al Corriere della sera il ministro delle Comunicazioni - ha scritto che la sentenza di condanna che lo ha colpito per l'omicidio del commissario Calabresi è stata decisa contro "la verità vera e contro le prove e le regole giudiziarie". Vorrei sapere da tutti coloro che gli vogliono concedere la grazia, compresi quelli che dovrebbero materialmente firmarla, come fanno a conciliare questa volontà di perdono con la posizione di Sofri che non accetta la condanna, non chiede la grazia e continua a dire che chi lo ha giudicato lo ha fatto contro la verità e le regole. Chi dovesse concedere la grazia a Sofri, chiunque sarà in base alle norme presenti o future, diventerà sostenitore di un teorema di attacco alla magistratura che ha condannato Sofri e di offesa a Calabresi e a tutte le vittime del terrorismo». Per il Paolo Cento (Verdi) vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, gli esponenti di An stanno facendo sulla vicenda una strumentalizzazione «insopportabile». «La proposta Boato - ritiene invece Cento - è utile per rendere praticabile ciò che già scritto nella Costituzione sui poteri di grazia del presidente della Repubblica». Il leader del Pdci Oliviero Diliberto ha dal canto suo detto che «quando ero ministro io la condanna non era ancora definitiva e quando era ministro Fassino la sentenza definitiva era troppo vicina». Ha quindi auspicato «un gesto autonomo di clemenza da parte di Ciampi. Sarebbe il modo migliore per troncare il vergognoso balletto del centrodestra. Berlusconi potrebbe controfirmare al posto di Castelli. Se davvero ne è convinto ci metta qualcosa di suo».

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