Tonna vuota il sacco. Il tesoro è più vicino Insulta i giornalisti e collabora con gli inquirenti. Scoperte le carte segrete del fondo Epicurum di Zini
Interrogatorio-fiume a Palazzo di Giustizia di Parma perché c'erano quintali di faldoni da trasferire dalla Procura al penitenziario di via Burla. Ore e ore di racconti, ricostruzioni, viaggi nei bilanci delle società di Calisto Tanzi e dei figli. In pratica collabora anche se con l'obiettivo di scaricare tutto sull'ex patron di Collecchio che gli avrebbe ordinato di falsificare montagne di documenti per giustificare il crac. Probabilmente l'ex manager di Collecchio fornisce anche elementi utili alla ricerca del fiume di miliardi spariti dal momento che nelle stesse ore la Guardia di Finanza ottiene da una società di revisione delle carte che potrebbero portare alla scoperta del «tesoro» dei Tanzi. Sembrerebbe una coincidenza solo temporale con l'interrogatorio. Ma di fatto si arriva subito a scoprire notevoli movimenti bancari (contabilizzazioni di lettere di accreditamento) che portano allo studio dell'avvocato Giampaolo Zini, fondatore del fondo Epicurum, il pozzo senza fine in cui sono finiti i risparmi di migliaia di piccoli investitori. Come pozzo senza fine è il passivo della Parmatour che potrebbe salire a oltre un miliardo di euro. E distrazioni di fondi anche dal Parma Calcio. Così butta a mare Calisto Tanzi il suo ex uomo di fiducia che arrivando ieri mattina alle 9 negli uffici della Procura di Parma non manca di insultare i giornalisti con un «malaugurio» di Capodanno. «Auguro a voi e alle vostre famiglie - dice l'ex ragionierie della Parmalat a cronisti e fotografi in attesa - una morte lenta e dolorosa». Per il resto volto teso e atteggiamento mica tanto rassegnato. Poi di fronte ai magistrati Fausto Tonna, parla, risponde su tutto ai pm Antonella Ioffredi e Silvia Cavallari. Una ricostruzione durante la quale se, nella mattina, il ragioniere non fa altro che confermare quanto detto ai pm milanesi e cioè che lui eseguiva soltanto gli ordini di Tanzi, nel pomeriggio comincia a riservare numerose sorprese. Dal momento che avrebbe dato risposte giudicate interessanti dagli inquirenti sulle carte e sulle documentazioni via via sottoposte. Sono atti e documentazioni frutto dei sequestri effettuati in questi giorni a Parma e nelle società del gruppo sparse per il mondo, a New York nell'ufficio e nell'abitazione di Giampaolo Zini, ma anche frutto delle rogatorie avviate con i colossi del credito in Italia e all' estero. «Sulla base delle documentazioni nuove che abbiamo in mano, naturalmente Tonna ci sta dando risposte nuove», spiega uno degli inquirenti. È per questa attenta e minuziosa indagine foglio per foglio, che l'interrogatorio si trasforma in una vera maratona. Per gli investigatori continuamente in movimento per abitazioni e uffici di Parma, dove vanno ad acquisire atti da portare immediatamente in Procura, per gli inquirenti che cercano di districarsi tra una selva di banche, conti correnti a volte cifrati e decine di finanziarie e società fantasma, e per lo stesso Tonna. Che all'ora di pranzo chiede soltanto di avere alcune arance e un cappuccino. La stanchezza, comunque, si fa sentire per tutti. Tanto che Tonna ad un certo punto chiede agli inquirenti quanto sarebbe durato ancora e si vede rispondere: «Si metta l'animo in pace perchè faremo tardi». Poi c'è il filone dell'inchiesta milanese tesa soprattutto a chiarire un non piccolo particolare: le banche sapevano? Su questo sembrano imminenti delle novità: si indagherebbe anche su «insider trading».