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«Vogliamo risposte per recuperare i miliardi spariti»

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L'inchiesta dei pm di Parma: indagato Gorreri (Banca del Monte), esposto per 37 milioni di euro

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Questa la reazione del commissario straordinario di Parmalat alla dichiarazione di intenti letta dal fondatore del gruppo alimentare durante l'interrogatorio nel carcere di San Vittore. Bondi, ieri al lavoro a Collecchio, con Guido Angiolini e gli advisor Lazard e Mediobanca, ha commentato - secondo quanto riferiscono i suoi collaboratori all'Ansa - che i soci, gli obbligazionisti, i fornitori e i dipendenti della Parmalat sono stati lasciati all'asciutto e non saranno gli aerei e le barche che Tanzi si è detto disposto a mettere a disposizione, ad aiutare a risanare il gruppo. Il commissario straordinario della Parmalat chiede piuttosto a Tanzi di collaborare e di indicare da una parte dove sono finiti i miliardi di euro spariti e, dall'altra, come fare a recuperarli. Intanto l'inchiesta dei pm di Parma va verso la «fase due». La prima parte del lavoro si era conclusa l'ultimo dell'anno con l'arresto di otto persone, tutte quelle coinvolte principalmente nel crac miliardario della Parmalat. Ora l'attenzione degli investigatori è rivolta sulla ricostruzione del «sistema Tanzi», l'infinito arcipelago contabile e societario risalente alla gestione dell'ex patron della Parmalat. I magistrati cercano di ricostruire questa ragnatela societaria ma anche economica nel tentativo di capire quanti soldi siano spariti ed eventualmente come recuperarli. Proprio per questo hanno incontrato ieri sera l'attuale amministratore straordinario della Parmalat, Enrico Bondi. Il secondo fronte è quello relativo alle banche e al ruolo nella bancarotta nella Parmalat. Lo scopo del lavoro è soprattutto quello di sapere se gli istituti bancari erano a conoscenza della reale situazione debitoria del gruppo di Collecchio, se siano quindi sostanzialmente vittime di una truffa operata da Tanzi o abbiano invece avuto un qualche ruolo nella bancarotta, magari a dispetto dei risparmiatori, in primo luogo degli obbligazionisti. Domani poi sarà interrogato a Parma l'ex direttore finanziario Fausto Tonna, considerato per anni il vero braccio destro di Calisto Tanzi, che nei vari interrogatori di queste ultime settimane ha più volte attaccato lo stesso Tanzi affermando che fu proprio lui ad ordinargli di preparare i falsi contabili che servirono a giustificare somme di denaro in realtà inesistenti. Sul fronte specificamente bancario ieri si è registrata la perquisizione della banca del Monte di Parma (esposta per 37 milioni di euro) mentre è confermato che sono indagati sia Franco Gorreri, presidente dell'istituto, sia il presidente della fondazione Cassa di Risparmio di Parma, Luciano Silingardi. Nei prossimi giorni saranno probabilmente ascoltati anche i dirigenti di alcune delle grandi banche nazionali che hanno lavorato con Parmalat e che sono esposte con il gruppo di Collecchio. Si avvicina, infine, l'interrogatorio anche di Francesca Tanzi, la figlia dell'ex patron della Parmalat che ha gestito negli ultimi anni le attività turistiche del gruppo verso il quali il padre ha ammesso di aver 'distrattò fondi per 500 milioni di euro.

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