La Cdl contesta Prodi «Fa campagna elettorale dovrebbe lasciare l'Ue»
Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, sempre temperato e diplomatico per sua natura e per suo ufficio ha criticato il presidente della commissione Ue su tutta la linea, rilevando che nei 6 nesi di presidenza italiana ha partecipato a decine di riunioni ma che solo ora si è ricordato delle sue accuse, che è evidente che si tratta di una presa di posizione di tipo elettorale, e che il presidente del Ppe, Poettering, ha da tempo detto a Prodi che deve scegliere: o fa il presidente della commissione Ue oppure fa politica di partito. Non meno dura la reazione del ministro della Giustizia, il leghista Castelli. «Il presidente della Commissione europea dovrebbe avere più stile ed evitare di fare una campagna elettorale così sfacciata. Francamente - osserva il guardasigilli - così non fa bene all'immagine del Paese. Devo dire che nella mia esperienza europea ho sentito da molti Paesi delle critiche a Prodi ma non sono mai andato a sbandierarle sui giornali». Anche il presidente della commissione Esteri della Camera, Gustavo Selva, è della stessa opinione: «Prodi ha iniziato la sua campagna elettorale, che è il passo essenziale per essere candidato dall'Ulivo»; quindi, dovrebbe avere «il coraggio di lasciare la presidenza della Commissione subito, per non danneggiare il prestigio dell'Italia». «Nel momento in cui ha deciso di essere il candidato del centro sinistra alle prossime elezioni, Romano Prodi utilizza la sua carica di presidente della Commissione per attaccare e boicottare il governo Berlusconi proprio sul terreno europeo, come dimostra anche la sua astiosa intervista a Repubblica», osserva a sua volta il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto. Quindi l'esponente azzurro contesta Prodi che nella sua critica sui prezzi dimentica che sull'euro a decidere è la banca europea e che la crescita dei prezzi, che si è avuta anche in altri Paesi con l'introduzione della nuova moneta, dipende anche da elementi strutturali come la frammentazione del commercio e delle caratteristiche dei servizi, che non può certo essere messi in conto al governo Berlusconi. «Di conseguenza la polemica di Prodi sui prezzi - conclude Cicchitto - è del tutto generica e consiste solo in propaganda politica».