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BOSSI torna sulla sua idea di cercare una soluzione al «problema quote latte», chiedendo al commissario ...

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Parlando a Milano, Bossi ha detto che «l'ultimo Consiglio dei Ministri è stato abbastanza combattuto ma molto chiaro. Lì - ha detto - ho lanciato l'idea: si chieda al commissario europeo dell'agricoltura, che è un austriaco, di applicare lo stato di crisi temporaneo sul settore in seguito al crac Parmalat, che manovra il 52% del latte. E visto che l'Italia è il terzo contribuente europeo e piglia poco, che almeno quando abbiamo bisogno ci diano una mano». Secondo Bossi, infatti, se si riconoscesse lo stato di crisi temporaneo, allora si potrebbe fare ricorso agli aiuti di Stato e ad altre cose che normalmente non possono essere realizzate. «È una truffa di stato - secondo Bossi - quella che pesa sugli allevatori. Una truffa in cui tutti hanno la loro responsabilità ma in cui lo Stato ce l'ha maggiore. Ha scambiato il latte con le acciaierie, poi le acciaierie sono fallite e le quote latte coprono praticamente meno del 50% (in teoria il 56%) del latte prodotto. Non esiste da nessuna parte. Comunque, è chiaro che o Alemanno fa l'anagrafe bovina, scopre quante vacche ci sono e quindi si capisce che l'Italia non ha mai sforato le quote latte, oppure queste quote latte in più ce le deve dare l'Europa». Ma Bossi ha dubbi che le possa dare l'Europa le quote che mancano, perché «l'Europa utilizza il latte per i Paesi dell'Est, e fa vendere il latte a questi Paesi i quali con i soldi ricavati possono comprare i prodotti industriali soprattutto tedeschi». Però «non è detto che i nostri allevatori debbano pagare loro il processo europeo di allargamento, che così come sta andando non mi pare che dia dei grossi risultati». «Ho preso l'iniziativa io, in Consiglio dei ministri - ha aggiunto il ministro delle Riforme - quando ho visto che non c'era la volontà di fermare il decreto Alemanno. Però, c'è un problema che arriverà fra due mesi, quando gli allevatori dovranno pagare per il latte conferito e lì c'è il rischio di trovarci non solo i cobas ma tutti gli altri allevatori, se non avranno i mezzi di pagare il conferimento del latte. Bisogna fare gli interessi del Paese. Se uno è ministro per i problemi europei deve sapere che se succede una crisi della portata simile a quella della Parmalat, deve essere automaticamente lui a chiedere lo stato di crisi temporaneo».

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