Sviluppo Italia in campo per Parmatour Mini-intervento per la spa
La società pubblica conferma infatti la disponibilità ad assumere la gestione delle attività aziendali di Parmatour attraverso l'affitto dell'azienda, ma attende chiarezza sugli assetti proprietari del gruppo turistico. La società guidata da Massimo Caputi «sta cercando in tutti i modi di individuare un interlocutore» per avviare le trattative per il salvataggio del gruppo Parmatour e resta, dunque, in attesa di chiarimenti sulla proprietà del gruppo turistico. Sono, intanto, a rischio circa mille posti di lavoro: «Questa è la nostra unica preoccupazione», fanno sapere dalla società del Tesoro. Restano da definire i tempi dell'eventuale intervento di Sviluppo Italia dopo la firma della lettera d'intenti da parte dell'ad della società pubblica Massimo Caputi. Ambienti vicini alla Parmatour escludono invece per il momento la richiesta al Tribunale di Amministrazione controllata. I vertici della società sarebbero invece concentrati sul progetto di business a medio termine (2-3 anni) da presentare a Sviluppo Italia. La lettera d'intenti, firmata in occasione dell'incontro del 31 dicembre tra Caputi e i vertici di Parmatour, conferma la volontà da parte di Sviluppo Italia di aiutare il gruppo turistico. Resta, però, l'incognita della proprietà: il gruppo Parmatour, che comprende Comitours, Club vacanze, Going, Chiariva, Sestante e Lastminutetour, non rientra nel perimetro di consolidamento di Parmalat, ma fa capo direttamente ai figli di Calisto tanzi, Stefano e Francesca; azionista unico risulta essere Nuova holding, controllata dalla famiglia attraverso una catena di società. Dal 24 dicembre scorso, dopo le dimissioni del presidente Romano Bernardoni e dell'amministratore delegato Roberto Tedesco, entrambe le cariche sono ricoperte da Angelo Cardile. Da Sviluppo Italia spiegano, dunque, che è necessaria «chiarezza» sull'interlocutore cui fare riferimento, visto che il gruppo turistico esula dall'amministrazione straordinaria affidata ad enrico bondi. Altro problema è costituito dal debito del gruppo, la cui entità non è ancora stata accertata. Anche a questo scopo, le indagini della procura di Parma si stanno concentrando su parmatour. Ma la società potrebbe essere interessata anche al caso Parmalat in generale: ma in questo caso sarà il governo a decidere il tipo d'intervento. Come già nella vicenda Cirio, la Spa guidata da Massimo Caputi è disponibile ad attivare i suoi strumenti per salvaguardare l'occupazione del gruppo per un intervento temporaneo.