«Il conflitto va risolto con scelte drastiche Rimuovere il ministro o il Governatore»
Lo sostiene l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga in una lettera aperta al presidente del Consiglio. «La crisi del sistema industriale e bancario italiano e le gravi manchevolezze evidenziatesi nel sistema attuale di vigilanza e controllo su le imprese societarie e il sistema bancario, con rovinose conseguenze su gli interessi dei risparmiatori - scrive Cossiga a Berlusconi - ha aggravato le tensioni e le polemiche, ormai aperte e a tutti note in Italia e all'estero, tra il Ministro dell' Economia del Suo Governo Giulio Tremonti e il Governatore della Banca d' Italia Antonio Fazio. Oggi la polemica tra le due alte autorità verte sulle rispettive responsabilità in relazione ai due disastrosi crack, anche nel timore che altri ne possano seguire in campo industriale e bancario. Ma questa polemica e questi contrasti durano ormai da tempo anche con manifestazioni eclatanti: basti por mente alle ripetute e dure critiche dal Governatore della Banca d'Italia apertamente, pubblicamente e anche ufficialmente formulate, in sedi nazionali e internazionali, alla politica economico-finanziaria del Suo Governo, con grande discredito per esso, ma anche (ed è quel che a me quale cittadino e membro del Parlamento invero più importa!) per il Paese in ambito politico, economico e finanziario comunitario e estero». «Sia per la ordinaria funzionalità del Governo e per la necessaria certezza e trasparenza della sua politica, e sia anche per il prestigio irrinunciabile del Paese - prosegue il senatore a vita - questa situazione di conflitto e di polemica tra le due alte autorità non può e non deve continuare. E essendo io convinto, per la stima che nutro per la sincerità e fermezza delle convinzioni di entrambi, non penso che Lei potrà risolvere il problema facendo mutare opinione all'uno o all'altro, salvo che non Le riesca di combinare qualche brutto pasticcio all'italiana, con disdoro per l'Italia, per gli uffici cui sono preposte le due alte autorità, per il Suo Governo (che è pur sempre il governo del nostro Paese) e in fondo per Lei stesso, che è anche Lei pur sempre il capo dell'esecutivo della Repubblica italiana e il suo principale rappresentante nei fori comunitari, dalla Nato all'Ue, e internazionali».