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Veltroni festeggia. La piazza: «Chi non salta Berlusconi è»

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Il concerto Mannoia-Fossati si trasforma in un girotondo, poi la folla viene invitata a placarsi

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Deve aver provato un certo imbarazzo, dunque, il primo cittadino quando sul palco del concerto agli ex magazzini generali, a ventisei secondi della mezzanotte, il pubblico ha cominciato a urlare: «Chi non salta Berlusconi è, è; Chi non salta Berlusconi è, è». La Mannoia s'accoda e comincia a saltellare, non troppo però. Fossati fa qualche passo indietro. E Veltroni rimane immobile. Fa un sorriso di circostanza, guarda la folla che ondeggia. Il grido si fa più forte: «Chi non salta Berlusconi è, è; Chi non salta Berlusconi è, è». Oramai zompettano con coro da stadio tutte le prime file. Il sindaco guarda la Mannoia, un'occhiata come per dire: «Ma che fai?». Lei intuisce che non è il caso di politicizzare pure il Capodanno. Su un grande striscione c'è scritto: Capodanno romano. Appunto, di tutta Roma. Non è mica la Festa dell'Unità. Lo capisce Fossati, che pure prestò «La Canzone popolare» come inno dell'Ulivo nel '96. «Fiorella la rossa» se ne rende conto e si placa. E cerca di fermare anche la folla: «Dài, ragazzi abbiamo capito. Abbiamo già dato, sù». Veltroni assiste pietrificato. Prende la parola e augura «buon anno a tutti», la Mannoia si riprende e ricomincia il countdown: «Meno sedici, meno quindici...». E la folla si placa. E così, per otto-nove secondo il Capodanno romano s'è trasformato in un girotondo. D'altro canto sul palco, ma dietrolequinte, tra i pochi privilegiati oltre al sindaco e all'assessore alla Cultura Gianni Borgna, sale anche Paolo Flores d'Arcais, uno dei promotori delle manifestazioni anti-premier. E nel backstage arriva anche Nicola Piovani. «Ciao Maestro», lo accoglie Veltroni. Arriva anche Curzio Maltese. «Ciao, grazie di essere venuto anche tu», dice il sindaco. Tanti girotondini, ma, per carità, nulla politico. Il sindaco le poche parole che pronuncia dal palco le dispensa per chi non ce la fa. Ricorda che è stato «un anno complicato» e cita due esempi su tutti: il terrorismo e la crisi economica. Proprio su questo secondo punto afferma di aver molto apprezzato le parole del presidente Ciampi, il riferimento alla vita reale: «L'ho chiamato subito dopo la fine del suo discorso». E promette: «Ci saranno altri 3-4 concerti per tutti, chi può spende e chi no».

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