Marzano rassicura Monti «Niente aiuti di Stato»
Già per febbraio, al massimo i primi di marzo, se non prima, potrebbe esserci un primo pronunciamento del Commissario europeo alla concorrenza cui il ministro per le attività produttive Antonio Marzano ha assicurato: Parmalat non riceverà «aiuti di stato» incompatibili con le norme Ue. È questo il quadro che è emerso da un colloquio telefonico tra Marzano e Monti di cui ha dato notizia l'altro ieri una portavoce della Commissione europea. Si è trattato del primo contatto diretto fra Roma e Bruxelles sul provvedimento approvato il 23 dicembre e che consente di accelerare l'amministrazione straordinaria dei grandi gruppi in stato di insolvenza come Parmalat. Monti ha promesso che esaminerà «prontamente» il decreto legge che Marzano si è impegnato a notificare a Bruxelles «all' inizio di gennaio». Se la notifica sarà completa la Commissione dovrebbe quindi prendere una decisione in un mese o al massimo due. Se invece sarà necessario integrare la comunicazione, si rischiano tempi più lunghi. Al termine di queste quattro-otto settimane di esame preliminare, si dovrebbe avere un via libera o l'annuncio che Monti nutre i cosiddetti «seri dubbi» che il decreto sia in regola con le norme comunitarie. In quest'ultimo caso si aprirebbe un'indagine formale che può durare al massimo 18 mesi ma la Commissione ha la tendenza di condurre in soli sei mesi come accaduto per il caso del colosso francese Alstom, simile a quello Parmalat vista la situazione catastrofica. «Il ministro Marzano ha sottolineato che il caso Parmalat non comporterà affatto la concessione di alcun aiuto di stato, affermazione che è stata accolta positivamente da Monti», ha riferito la portavoce del Commissario che nei giorni scorsi aveva indicato una serie di paletti: se il governo vuole intervenire lo deve fare in stretta collaborazione con la Commissione europea - avevano avvertito i suoi portavoce - e qualsiasi misura in favore del colosso alimentare dovrà essere «fiscalmente neutra» (ad esempio una rinuncia a imposte pubbliche potrebbe costituire un aiuto di stato mentre neutrale è la protezione del gruppo dai creditori). Le regole europee consentono, nel quadro delle linee guida per la ristrutturazione, la possibilità di un aiuto per il salvataggio sotto forma di prestito di breve periodo che permette di traghettare la società alla ristrutturazione anche se deve obbligatoriamente essere rimborsato entro 12 mesi dall'ultimo versamento. Quanto al probabile «piano di ristrutturazione aziendale», il progetto dovrebbe essere sottoposto all'esame di Bruxelles che lo deve preventivamente approvare verificandone la «sostenibilità di lungo periodo», ossia la garanzia del risanamento dell'azienda. Il trattato Ue infatti attribuisce alla Commissione europea il potere di vigilanza sugli aiuti pubblici versati dai governi. Lo scopo è di evitare che aziende poco competitive vengano tenute artificialmente in vita a scapito dei concorrenti.