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Manca il federalismo? Bossi critica e minaccia An, FI e Udc rintuzzano

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Quanto agli altri leader politici, a parte Bertinotti, hanno espresso un consenso praticamente unanime. «Il Presidente mi è sembrato tiepido, e ciò è negativo nel momento in cui si è arrivati al dunque», osserva il leader del Carroccio riferendosi alla «sessione costituente» che prenderà il via a gennaio al Senato. Quindi, lancia subito uno dei suoi ultimatum: «Il 2004 porterà il federalismo e la libertà, ma se le cose non andranno a segno il Nord è pronto a lottare per l'indipendenza». Gli fa eco l'on. Borghezio, che definisce «incredibile e gravissima omissione, sicuramente voluta» la mancanza di un passaggio sul federalismo nel discorso del presidente della Repubblica. Nessuno degli alleati dio governo va appresso al senatùr. Anzi fioccano le critiche. Il portavoce di An Mario Landolfi invita Bossi a non avere «l'ossessione di doversi sempre distinguere nei suoi giudizi spinto dall'idea che gli serva maggiore visibilità in vista delle europee». Le sue critiche, aggiunge, sono «una forzatura» e Ciampi nell'auspicare ampie convergenze in Parlamento su una riforma che investe tutta l'architettura istituzionale ha compiuto il suo dovere: «Credo - conclude Landolfi - che il Capo dello Stato non avrebbe potuto dire di più e di meglio». Anche il ministro Buttiglione replica. «Le riforme non possono essere un'ossessione. Al leader della Lega vorrei ricordare che bisogna fare le riforme per il popolo e non serve fare un popolo per le riforme». «Io credo - prosegue Buttiglione - che chi non è contro di noi sia con noi. Bossi, invece, pensa il contrario e attacca Ciampi che invece svolge al meglio il suo ruolo di arbitro imparziale e garante delle istituzioni. Sa bene che il suo compito è far governare questo esecutivo, cosa che sta facendo assai bene, anche intervenendo per segnalare quali siano i limiti dell'esecutivo». Quanto a Forza Italia, il capogruppo al Senato Schifani è «d'accordo col capo dello Stato nell'auspicare larghe intese e consenso sulle riforme istituzionali», e il ministro La Loggia, pur riferendosi alle polemiche sulle quote latte, invita Bossi ad abbassare il livello di scontro nella maggioranza: «Non c'è la necessità di alzare i toni, di estremizzare dei concetti. Perché così facendo si rischia di rendere più difficile la gestione dei problemi». A parte l'ormai rituale polemica della Lega, tutti gli altri commenti sono positivi. Il presidente della Camera Casini parla di discorso «denso di alto contenuto istituzionale e ricco di grande umanità». Il coordinatore di Fi Bondi sottolinea che «i valori ed i principi» richiamati da Ciampi sono «efficacemente e coerentemente testimoniati dall'azione del governo Berlusconi». Plauso anche dal centrosinistra, da Rutelli a Fassino, a Mastella, a Boselli, a Pecoraro Scanio. Scontento invece Bertinotti secondo il quale una parte importante degli italiani è stata esclusa dal discorso del presidente.

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