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«Consob è intervenuta ma senza alcuna risposta»

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Pedrizzi accusa: «Attenti con l'Authority, prima facciamo la diagnosi e poi stabiliamo la terapia»

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Non ha poteri». Riccardo Pedrizzi, presidente della Commissione Finanze del Senato, prepara l'indagine conoscitiva dell'organismo che guida sugli ultimi casi che hanno scosso l'imprenditoria nazionale. E avverte: «Il vero punto è proprio questo: i poteri della Consob». Presidente, anche la Camera sta avviando una commissione d'inchiesta. Non si corre il rischio di sovrappore le iniziative? «È quello che penso anch'io. La nostra è stata approvata all'unanimità il 18 dicembre ed è già operativa. Il 14 gennaio avremo l'audizione del presidente della Consob Lamberto Cardia, quindi associazione risparmiatori, dottori commercialisti, Confindustria e infine governatore della Banca d'Italia». Vuole dire: siccome alla Camera sono partiti dopo, sarebbe il caso che ci seguano? «Non spetta a me decidere. Ma il presidente del Senato Pera ha già scritto al presidente della Camera Casini. Ecco, non è il caso che i due rami del Parlamento facciano lo stesso lavoro contemporaneamente. Sarebbe meglio unificare, non c'è dubbio». Nel frattempo però il governo potrebbe già approvare il progetto di super-authority. Le due inchieste potrebbero essere inutili. «Guardi, penso che si debba prima fare la diagnosi e poi stabilire la terapia. Mi sembra che c'è chi voglia fare esattamente il contrario. Prima l'authority, mentre il Parlamento sta accertando che cosa è successo e perché. Non mi sembra un gran modo di procedere. Anche perché sulle cause potremmo non essere d'accordo». E secondo lei quali sono state le cause? «Penso che sul caso Parmalat non hanno funzionato i controlli interni, i controlli di Borsa, i controlli internazionali». I controlli di Borsa? Si riferisce alla Consob? «A quanto mi risulta il presidente della commissione Cardia ha effettuato decine di segnalazioni per capire che cosa stesse succedendo. Non ha mai avuto risposta». Nessuna? «Nessuna, e questo fa riflettere». E secondo lei come è stato possibile? «La Consob non ha poteri ispettivi e tantomeno sanzionatori. Non solo, ma non ha, come Bankitalia, alcun poteri di vigilanza sull'estero. Possono controllare per esempio una società che ha sede e Milano e stabilimenti a Cernusco sul Naviglio. Oltre no. È paradossale». Come potrebbero controllare anche all'estero? «Bisognerebbe fare accordi internazionali, non è impossibile». F. D. O.

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