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Bondi si prepara a vendere il Parma calcio

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Enrico Bondi, il commissario straordinario che si occupa della crisi Parmalat, avrebbe deciso di liberare subito il gruppo dal peso della società di calcio. Il mondo del calcio segue con apprensione e interesse gli sviluppi della questione. Se la cessione della società non sarà immediata, potrebbero partire in tempi rapidi i giocatori più importanti. Adriano è stato ceduto definitivamente all'Inter per ventidue milioni di euro ma resterà in Emilia fino a giugno, Moratti lo ha promesso alla famiglia Tanzi. Nell'operazione arriverà alla corte di Prandelli un giovane difensore, Potenza, che è in comproprietà tra i nerazzurri e il Chievo. Ma da Parma, stando così le cose, potrebbero andarsene altri gioielli: Frey all'Arsenal, Marchionni al Milan, Bresciano alla Sampdoria. Ipotesi, al momento nessuna certezza. Serve tempo per avere un quadro più chiaro della situazione. Intanto il crac Parmalat è sotto i riflettori della finanza internazionale. E la sua ombra lunga minaccia di oscurare ciò che funziona nel sistema Italia. L'inchiesta delle procure di Parma e Milano ha sollevato il coperchio di un vaso di Pandora che ha colpito duro nel mercato nordamericano. Gli inviati della Sec hanno chiesto la collaborazione dei magistrati italiani per fare luce su quella che è stata definita «la più grande frode» della storia recente. Per l'ente di controllo americano, il management della Parmalat finito in manette per i bilanci truccati ha ingannato gli investitori soprattuto riguardo ad una recente emissione di obbligazioni del valore complessivo di 100 milioni di dollari. I creditori americani temono di essere penalizzati rispetto alle banche italiane. Importanti società finanziarie sono molte esposte con i titoli Parmalat e rischiano la bancarotta. È il caso della John Hancock Financial Services nel cui portafoglio languono bond del gruppo di Collecchio per un valore di ben 152 milioni di dollari. Corruzione, scarsa trasparenza, inefficacia dei controlli. Sono questi i vizi capitali di cui ci accusa anche l'Europa tanto da spingere il Financial Times ad evocare un rischio Italia per gli investitori stranieri. Intanto ieri è stata perquisita la sede della Hit di Parma, una delle società collegate a Parmatour. L'operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Bologna che non sarebbe però riuscita ad acquisire determinanti elementi di prova. I locali, infatti, si sono presentati ai finanzieri completamente vuoti. Vuoti erano gli armadi e con le ante rimaste aperte, mentre tutti i computer erano stati lasciati accesi, sia pur svuotati dei dati, come se qualcuno avesse voluto farli sparire. Secondo una prima analisi la «ripulitura» sembrerebbe avvenuta circa una settimana fa. Alle Cassandre che spargono veleni a piene mani minando l'immagine internazionale del nostro Paese, ha risposto il presidente Carlo Azeglio Ciampi che non ha nascosto la sua preoccupazione nel discorso di fine anno. An. Pen.

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