Altolà a Tremonti, Ciampi sta con Fazio

Insieme, si affrontano meglio anche le crisi di alcune grosse imprese, i cui effetti negativi vanno al di là delle pur gravi conseguenze aziendali». Così Carlo Azeglio Ciampi nel messaggio di fine anno ha chiesto, senza nominarlo esplicitamente, a Giulio Tremonti di abbandonare la contesa con la Banca d'Italia di Antonio Fazio sul caso Parmalat. Secondo il capo dello Stato i due litiganti dovrebbero invece fare fronte comune per ridare «prestigio, e credibilità all'intero sistema economico e finanziario». Per Ciampi prima di procedere con l'Authority sul risparmio é necessario accertare «fatti e responsabilità». L'intervento di Ciampi nel duello tra via Nazionale e via XX settembre segue di pochi giorni l'ultimo scontro tra il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio e che è apprezzato da Ivo Tarolli vicepresidente Udc al Senato. «Il presidente Ciampi ci ha invitati ad approfondire i meccanismi che hanno determinato il crac Parmalat, e ad accertare le responsabilità, dopo di che con questi elementi provvedere ai rimedi necessari: un metodo ineccepibile sul piano della forma e della sostanza». Secondo Tarolli «occorre evitare di procedere con accelerazioni inutili, come ad esempio decreti legge governativi. C'è bisogno di determinazione ma ad un tempo di serenità di giudizio». «Non ci sono - ha proseguito - provvedimenti da prendere contro qualcuno ma iniziative che vadano a tutelare il sistema e i risparmiatori; dunque occorre evitare dannosi contrasti e perniciose contrapposizioni tra istituzioni come il ministero del Tesoro, la Consob e la Banca d'Italia». «La strada obbligata - ha concluso - è quella indicata dal presidente Ciampi: quella della collaborazione istituzionale». Dopo aver detto che la fiducia è la forza che fa crescere e che costruisce il futuro, Ciampi è tornato sul tema parlando della «crisi di alcune grosse imprese, i cui effetti negativi vanno al di là delle pur gravi conseguenze aziendali». Una frase che ha fatto pensare subito alla crisi di più stretta attualità, quella della Parmalat, anche se il capo dello Stato non l'ha nominata. Queste crisi, ha detto, «incidono sul prestigio, sulla credibilità dell'intero sistema economico e finanziario. Minano il rapporto di fiducia dei risparmiatori con imprese e intermediari». Certamente bisogna cambiare qualcosa, ma secondo Ciampi occorre affrontare la questione nei termini giusti, facendo lavorare innanzi tutto la magistratura, perché «l'accertamento dei fatti e delle responsabilità è la premessa per ben definire correttivi opportuni». A questo punto è chiaro che la superauthority sarà uno dei piatti forti della verifica di governo che si aprirà di qui a qualche giorno.