Si avvicina la scarcerazione per Sofri
Casini assicura la rapida approvazione, ma resta l'incognita della Lega Nord. An protesta
Carlo Azeglio Ciampi ha già preso contatto con Pier Ferdinando Casini per sincerarsi che la norma può essere discussa in tempi celeri. Il presidente della Camera lo ha rassicurato: la proposta è inserita nel programma di lavoro di Montecitorio ed egli, il prossimo 5 gennaio, proporrà ai capigruppo di anticiparne la discussione. Con questa mossa il presidente della Repubblica ha deluso chi si aspettava da lui che, pressato dagli appelli di Pannella e confortato dai giudizi di alcuni costituzionalisti, alla fine avrebbe rotto gli indugi e avrebbe firmato la grazia a Sofri e Bompressi, facendo a meno della proposta del Guardasigilli Castelli, che non la formula perchè è contrario. Invece il capo dello Stato ha scelto la soluzione alternativa che ha preso quota nelle scorse settimane: quella formulata, per l'appunto, dal verde Marco Boato, che ha presentato una proposta di legge ad hoc per chiarire l'articolo 87 della Costituzione in modo da stabilire senza possibilità di equivoco che il capo dello Stato può usare questa sua prerogativa anche senza l'input del Guardasigilli o di fronte a un suo parere contrario. Secondo Ciampi, «darebbe piena e chiara attuazione all'art. 87 della Costituzione che attribuisce il potere di grazia al presidente della Repubblica» e consentirebbe al Colle di firmare la grazia anche senza il benestare del ministro Guardasigilli. Le motivazioni di Ciampi sono illustrate in un circostanziato comunicato diffuso dal Quirinale. Il presidente, si spiega, ha seguito con particolare attenzione il dibattito sviluppatosi negli ultimi giorni e «dal quale è emersa una interpretazione non univoca della normativa costituzionale e ordinaria vigente in materia di grazia». Allo stesso tempo, Ciampi ha potuto costatare che la proposta Boato «riscuote il consenso di tutti i gruppi parlamentari»; e anche della Lega Nord, il partito che si è dichiaratamente schierato contro la grazia a Sofri, come risulta dalle posizioni di Umberto Bossi e del ministro Castelli delle quali Ciampi «ha preso atto». Ciampi ha altresì preso atto con soddisfazione che Bossi e Castelli hanno «riconosciuto che la concessione della grazia è prerogativa del capo dello Stato». Ciampi aveva già espresso sei mesi fa il suo orientamento. La proposta del Guardasigilli, fece sapere con una nota ufficiale, dopo un colloquio al Quirinale con Roberto Castelli, è «indispensabile» in termini costituzionali. In quella occasione il capo dello Stato fece capire di non essere contrario alla grazia. E per sottolineare che la clemenza non è un ulteriore grado di giudizio, non è un colpo di spugna sul passato, nella stessa nota inviò un affettuoso e solidale saluto ai familiari del commissario Luigi Calabresi, ricordandone la figura di «esemplare servitore dello Stato». In quella occasione fu chiaro che il braccio di ferro fra il Quirinale e il ministero di Via Arenula durava da almeno da gennaio 2002. La sortita di Ciampi viene applaudita dai partiti favorevoli alla concessione della grazia ad Adriano Sofri, ma suscita le dure proteste della Lega Nord. Mentre An se la prende con Casini per la sua decisione di stringere i tempi.