Parmalat, sotto torchio patron e mezza famiglia
Il faccia a faccia con i pm milanesi Greco, Nocerino e Fusco - iniziatosi ieri alle 9,30 alla presenza degli avvocati Michele Rebutti e Fabio Belloni - è proseguito per più di nove ore. Le contestazioni sono state quelle relative al mandato di arresto emesso dalla procura di Milano per il reato di aggiotaggio cioè alterazione illecita del valore dei titoli azionari e concorso in false comunicazioni sociali. Intanto sono emersi altri particolari sul crac descritti dal fondatore della Parmalat nell'interrogatorio di lunedì sera. «Quando ebbi l'incontro di passaggio di consegne con Bondi gli dissi che c'era un buco di 8 miliardi di euro senza rivelare i meccanismi con cui avevamo coperto le non veritiere acquisizioni di bond e simili. È stata un'altra giornata difficile per Tanzi dopo le prime ammissioni sul trasferimento di 500 milioni di euro per evitare il fallimento della Parmatour. «Ci saranno molti altri incontri» ha dichiarato l'avvocato Rebutti all'uscita dal carcere. Nel pomeriggio è caduta un'altra tegola sull'anziano patron. Il gip Guido Salvini ha respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dai legali della difesa al termine del faccia a faccia di lunedì. L'ordinanza di 14 pagine sottolinea il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e di reiterazione della condotta criminosa. Giornata di interrogatorio anche per Stefano Tanzi a Parma. Il pm Antonella Ioffredi lo ha sentito per otto ore dedicate in gran parte a far luce sulla situazione del Parma Calcio - gravato da una pesante situazione debitoria - di cui il giovane è presidente. Tanzi junior si è difeso prendendo le distanze dal padre. E affermando di non sapere nulla del vortice di movimenti finanziari attribuiti alla società Bonlat. «Avevo conoscenze generiche del gruppo e anche per quanto riguarda gli affari di Bonlat non li conoscevo», avrebbe sostenuto, facendo anche presente che personalmente non veniva messo al corrente di tutte le vicende, delle quali quindi aveva spesso conoscenza sommaria e generale. Stefano Tanzi è apparso comunque molto provato e stanco al termine dell'interrogatorio ed avrebbe detto agli investigatori che non vedeva il padre da diverso tempo e che i suoi rapporti con lui erano di recente diventati piuttosto freddi. Una posizione che confermerebbe il gelo nella famiglia. «Da quando è iniziata questa vicenda, mio figlio non mi parla più» avrebbe confidato il fondatore della Parmalat ad Umberto Trancanella prima dell'arresto avvenuto sabato sera a Milano ad opera della Guardia di Finanza. Ieri sono stati interrogati anche altri ex-amministratori della società indagati per false comunicazioni sociali e truffa. Tra loro anche Giovanni Tanzi (fratello di Calisto), Paola Visconti (nipote e membro del cda) e Domenico Barili, già vice-presidente del gruppo.