«SOSPENDERE o rimandare nel tempo l'efficacia del prelievo mensile che, in base alla legislazione vigente, ...
Per la Confagricoltura il ministro Alemanno «fa bene a mantenere un approccio pragmatico e orientato alla piena attuazione delle disposizioni previste dalla legge 219 del maggio 2003». Il settore del latte in Italia - ricorda l'organizzazione agricola - attraversa una fase assai delicata per la crisi finanziaria Parmalat, la vicenda blue tongue, e per il disequilibrio di mercato che ormai va avanti da diversi anni: «Più che individuare misure di sostegno ad una esigua minoranza di allevatori che non si rassegnano a rispettare le disposizioni comunitarie e a produrre entro i limiti della quota aziendale disponibile - sottolinea la Confagricoltura - c'è bisogno di interventi efficaci e tempestivi, in grado di rimediare alle numerose e pressanti emergenze in atto, venire incontro agli allevatori che vantano crediti nei confronti della Parmalat, e pensare ad una strategia efficace per la difesa del latte fresco italiano». Sulla stessa linea la Coldiretti. «Le regole sulle quote latte vanno rispettate senza esitazioni perché rappresentano una garanzia per la credibilità dello Stato nei confronti dell'Unione europea e di tutti gli allevatori che nel valore della legge hanno giustamente creduto investendo sul futuro delle proprie imprese, anche in situazioni difficili di mercato». Ad affermarlo è il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni, che sottolinea l'importanza di interventi a sostegno della competitività di tutti gli allevamenti del settore lattiero caseario nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria vigente. Intanto, Duccio Castellotti, direttore della Coldiretti Lombardia, ha preso atto «con soddisfazione delle precisazioni del ministro Alemanno sulla indisponibilità del governo ad ogni tipo di rinvio dell'applicazione della riforma sulle quote latte». Non è accettabile infatti, sostiene Coldiretti, che per un'esigua minoranza di produttori di latte, intenzionati a non rispettare le leggi, si faccia ripiombare l'intero settore nell'anarchia più totale e soprattutto non è possibile cambiare le regole del gioco quando l'80% dei produttori ha aderito alle opportunità contenute nella riforma e si sono impegnati per i prossimi 14 anni a pagare le multe sulle quote prodotte dal 1995 ad oggi.