Quote latte, scontro frontale fra Lega e An-Udc
Attaccato il ministro Alemanno che impone le regole, subito difeso dagli alleati centristi
E in questo calderone si è subito tuffato il ministro per le Riforme, Umberto Bossi, che minaccia la crisi di governo. «La questione non può essere trasformata in uno scontro di polizia - afferma Bossi - perché noi in questo caso ci schieriamo. Se la volontà politica è questa, rischiamo di far entrare in crisi il governo perché la Lega si schiera con i Cobas». Il leader del Carroccio scende così in difesa degli allevatori, chiedendo la sospensione del decreto Alemanno. «Non c'è alternativa, l'ho detto anche al Consiglio dei ministri. Altrimenti questi allevatori devono chiudere le stalle. «Oggi - spiega Bossi - con il fallimento, o comunque la crisi, della Parmalat gli allevatori non prendono una lira da sei o sette mesi. Secondo il decreto Alemanno, dovrebbero pagare il conferimento del latte, cosa che non è possibile». Secondo il Senatur, dunque, «o il governo trova la via per cambiare le carte in tavola, facendo l'anagrafe bovina, oppure salta tutto». Ma il ministro per le Politiche agricole, Gianni Alemanno, ribadisce il suo no a un rinvio delle scadenze sulle quote latte. «Quando i sindacati scioperano contro la riforma delle pensioni portando milioni di persone in piazza, la Lega dice che non bisogna cedere alla «piazza», oggi che mille Cobas si agitano ci viene invece chiesto di smantellare una fondamentale legge di riforma sulle quote latte», controbatte Alemanno. «Rispetto la sensibilità di Bossi nei riguardi degli allevatori dei Cobas e della Liag - prosegue Alemanno - ma il ministro deve tener presente che nella Pianura Padana esistono migliaia di altre aziende che sono in regola o si stanno sforzando di entrare in regola. Il rapporto è tra 50 mila aziende in regola e non più di 2000 aziende legate alla protesta dei Cobas». «Non possiamo offendere i primi per accontentare i secondi, quindi, per quanto mi riguarda - spiega Alemanno - sono contrario a un ulteriore rinvio delle scadenze previste sulle quote latte». Il titolare delle Politiche agricole però chiarisce: «Sono invece disponibile a forme di aiuto finanziario per recuperare i crediti che gli allevatori hanno nei confronti della Parmalat, per aiutare a pagare le multe pregresse e anche per agevolare l'acquisto di quote nel mercato interno. Abbiamo persino previsto una sorta di "borsa" delle quote, gestita dall'Agea, per venire incontro alle aziende economicamente meno forti, mentre il Consiglio dei ministri ha dato mandato a me, Buttiglione e Tremonti, di richiedere in Europa aiuti di Stato per il settore lattiero-caseario». Ma la giornata si è chiusa con una segnale di distensione lanciato dal coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi. I cancelli di villa San Martino di Arcore, a poca distanza dalla quale gli allevatori della Liag protestano da oltre un mese, ieri si sono aperti perché Sandro Bondi ha deciso di incontrare una delegazione dei manifestanti. Un incontro che - spiega all'uscita il presidente degli ex Cobas latte, Roberto Cavaliere - è servito a dimostrare «la piena disponibilità di Forza Italia a risolvere la questione delle quote latte all'interno dello stato di crisi richiesto dal governo per il settore lattiero caseario».