Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

E adesso si rifugia nella fede e rifiuta la visita dei politici

default_image

  • a
  • a
  • a

Il fondatore della Parmalat, prima dell'interrogatorio, è rimasto nella sua cella e anche se ieri nel carcere milanese si sono recati, in tempi diversi, due politici, non li ha incontrati. «Non ho visto Tanzi e non gli ho parlato - ha detto Carlo Monguzzi, consigliere regionale dei Verdi, uno dei due politici che si sono recati in carcere - Ho solo parlato con il direttore Luigi Pagano della condizione di San Vittore». Insomma, come ha spiegato lo stesso consigliere, «una visita di routine». Di certo, Tanzi s'è rifugiato nella fede. Tra un interrogatorio e l'altro il patron del gruppo ha visto Don Alberto, il cappellano dell'istituto che si occupa di portare conforto ai detenuti. Tra i due si è svolto un colloquio riservatissimo, tanto che Don Alberto si è celato dietro il massimo riserbo riguardo ai possibili temi. Il parroco non ha voluto rivelare nulla nemmeno sulle condizioni di Tanzi e sul suo stato d'animo: «Non sarebbe giusto parlarne - afferma - non posso». Prima di affrontare le 6 ore di interrogatorio da parte dei magistrati di Parma e Milano, Tanzi ha partecipato domanica alla consueta messa celebrata in carcere da don Luigi, e ha ricevuto la comunione. L'industriale si trova in una cella del terzo reparto del carcere di San Vittore, una zona ritenuta tranquilla che ospita detenuti comuni lavoranti. Pare che il patron di Parmalat, pur non essendo in isolamento, per il momento non dividerà la cella con altri detenuti. Più loquace invece don Alfonso, rettore della parrocchia di Collecchio a due passi dall'abitazione dei Tanzi. Don Alfonso conosce bene il patron della grande azienda alimentare: ha ricevuto spesso le sue confidenze e ha insegnato catechismo ai figli. «Conoscendo la persona si stenta quasi a credere ciò che è successo - dice don Alfonso -. Un uomo generoso Calisto, molto religioso e osservante. È sempre apparso una persona corretta e mi è sembrato strano sentirlo dire che è una vittima. Io credo che di soldi non ne avesse bisogno». Il sacerdote riconosce a Tanzi le «tante intuizioni» avute negli anni ed è con una certa sofferenza che osserva come Tanzi sia ora «caduto in una fortissima depressione». Don Alfonso pensa soprattutto alla «tenuta psicologica» dell'ex patron della Parmalat: «Sui fattori psicologici, in queste situazioni nessuno può scommettere ma la sua educazione familiare è stata tale...». I due avvocati dell'imprenditore emiliano, Michele Ributti e Fabio Belloni, hanno descritto con termini cauti le condizioni del loro assistito: «dal di vista morale» l'ex patron della Parmalat è in uno stato «compatibile con la detenzione». Mentre dal punto di vista fisico, hanno ricordato che «è un signore che ha avuto un infarto con un pace-maker fisso, che necessita di cure».

Dai blog