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«BUCO tra i 10 e i 13 miliardi di euro».

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Per tutta la giornata ieri si sono rincorse le valutazioni sulla voragine che rischia di inghiottire uno dei più prestigiosi marchi mondiali dell'alimentazione, a partire dalle indicrezioni in base alle quali la richiesta di ammissione alle procedure fallimentari fatta dal commissario parlerebbe di debiti consolidati dell'intero gruppo Parmalat, già a fine dicembre 2002, almeno di 12 miliardi di euro e si potrebbero avvicinare, secondo prime valutazioni di fonti finanziarie, alla soglia dei 16 miliardi per l'esercizio in corso. Ai 12 miliardi circa di esposizione di gruppo allo scorso dicembre, concorrerebbero gli 8 miliardi circa di bond e l'indebitamento di tutte le società di Collecchio nei confronti delle banche (stimato in circa 3 miliardi), oltre alle emissioni private e le eventuali posizioni su derivati. La situazione debitoria di Parmalat Spa, la capogruppo operativa controllata al 100% da Parmalat Finanziaria (la holding quotata a Piazza Affari), secondo quanto indicato da Enrico Bondi nella relazione per l'ammissione all'insolvenza, mostrava un passivo di 8,2 miliardi a fine 2002. Un debito stimato oggi da fonti qualificate già vicino ai 10 miliardi di euro. Le voci si sono succedute fino a quando, ieri a tarda sera, fonti vicine allo stesso Enrico Bondi hanno definito «prive di fondamento» le cifre circolate in giornata sul buco e sull'esposizione debitoria della Parmalat. «Siamo già al lavoro su un piano di ristrutturazione finanziaria e industriale dell'azienda - hanno riferito le stesse fonti -. Le cifre esatte saranno comunicate al mercato entro i termini più brevi previsti dal nuovo decreto ministeriale». Ieri il commissario straordinario del gruppo è tornato al lavoro negli uffici di Collecchio, rimanendo in contatto con i magistrati di Parma, che hanno interrogato Calisto Tanzi nel carcere di San Vittore, mentre il suo braccio destro Umberto Tracanella ha incontrato il pm milanese Francesco Greco. Intanto, il giudice fallimentare del tribunale di Parma Vittorio Zanichelli ha fissato le prime scadenze. Le richieste dei creditori dovranno essere presentate entro il 20 aprile. La prima udienza per la verifica delle priorità è stata fissata al 19 maggio. Anche i possessori dei bond emessi da Parmalat spa o da questa garantiti potranno far valere i loro diritti davanti al tribunale fallimentare. La delibera di insolvenza emessa il 27 dicembre a carico della Parmalat congela la situazione debitoria fino a quando i nuovi vertici non presenteranno il piano di ristrutturazione dell'azienda. Nella fase di risanamento gli obbligazionisti svolgeranno una funzione chiave in quanto «maggior gruppo di creditori». Le emissioni della Parmalat ammontano ad oltre 7 miliardi di euro a fronte di un indebitamento bancario pari a 2 miliardi. Il commissario straordinario ha già incontrato i rappresentanti degli obbligazionisti ma la trattativa potrà essere avviata soltanto quando verrà definita la situazione industriale e finanziaria del gruppo.

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