Udc, una verifica per il rilancio
Gennaio è atteso infatti come il mese della verifica soprattutto da Udc e An, che in questi mesi hanno dato i più chiari segnali di insoddisfazione. A questa partita, l'Udc si presenza sostenendo con forza le proprie posizioni. Dalla direzione del partito che si è riunita ieri, i messaggi partiti all'indirizzo della coalizione sono infatti chiari: l'Udc chiede a Berlusconi una verifica vera, indicando «un appuntamento e una sede», come ha detto il segretario Follini, per poter esprimere le proprie posizioni e prendere decisioni. Non la richiesta di «rimpastini» o «strapuntini», precisano i centristi della maggioranza, ma un'inversione di rotta, un grande rilancio della coalizione che, passata la metà della legislatura, deve essere resa più forte. Per l'Udc restano fermi gli impegni elettorali, così come resta ferma la bozza di Lorenzago sulle riforme (pur se da integrare con correttivi capaci di difendere la centralità del Parlamento assieme al rafforzamento del capo del governo), ma la Cdl deve discutere ad ampio raggio, e prendere le necessarie decisioni sia per l'azione di governo che per quanto riguarda le persone che la devono realizzare. Partendo da queste premesse, l'Udc conferma le posizioni già espresse negli ultimi giorni; compreso il «no, grazie» alla proposta di lista unitaria del centro destra, un'ipotesi per la quale allo stato delle cose - a quanto si apprende - i centristi della Cdl non vedono motivi per tornare indietro, ritenendo che per dare forza alla coalizione sia più importante il buon esito della verifica. Così come resta, forse ancor più netto dopo le parole pronunciate dal premier nella conferenza stampa di fine anno, il no alla volontà di Berlusconi di rivedere la par condicio, una normativa che invece per l'Udc è bene che resti ferma, lasciando a tutti i partiti, grandi o piccoli, le stesse possibilità di comunicare le proprie posizioni. Inoltre, l'Udc chiede «una gestione più corale della politica economica».