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MILANO — Parmalat ha concluso la sua breve vita nel paniere Mib30 con contrattazioni limitate alla sola fase d'asta finale.

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Il titolo, per il quale è stata allargata la banda di oscillazione già venerdì scorso al 70%, ha chiuso in calo del 63,33% a 0,11 euro con oltre 75,4 milioni titoli passati di mano (-66,32% a 0,3 euro con oltre 36 mln di titoli venerdì). Nella seduta di ieri sono stati bruciati 154,3 milioni di euro (481 milioni di euro bruciati venerdì) e in due settimane sono andati in fumo 1,75 miliardi di capitalizzazione (1,6 miliardi, pari all'87% del capitale di venerdì). Il titolo, secondo gli operatori, potrà forse resistere ancora un giorno e riuscire a fare un ultimo prezzo oggi, finchè verrà deciso il tipo di intervento. Parmalat è tecnicamente fallita con l'aggravante della frode. L'equity ormai è azzerato, chi ha comprato azioni non avrà nulla. Restano gli obbligazionisti, che hanno in mano un titolo di debito che invece di 100 vale 20 e le banche esposte più o meno direttamente e il cui rientro dipenderà dal tipo di soluzione transitoria adottata. L'entità del buco Parmalat è indicata in 10 miliardi di euro e l'esposizione delle banche italiane ammonterebbe a tre miliardi. «Mentre il sistema bancario internazionale, in particolare quello statunitense, è fortemente impegnato, quello italiano ha impegni per tre miliardi contro i sette degli stranieri» ha affermato il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti.

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