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«La Centrale del Latte va distinta dal gruppo di Collecchio»

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Nicolò Carandini, presidente della Finlatte ci tiene a sottolineare che l'azienda «è sana e ha una redditività e una gestione economica in positivo. Ma di fronte a quello che è successo a Parmalat che è azionista di maggioranza purtroppo la Centrale si trova ad avere le mani legate con i conti bancari bloccati». In che consiste il piano di Finlatte per la Centrale del Latte? «Non posso dire i dettagli prima della presentazione. Ma se questo progetto sarà approvato riusciremo a garantire il pagamento delle forniture e a presentare un piano di rientro a copertura delle forniture pregresse. La Centrale oggi non può facilmente pagare le fatture perchè non ha soldi in cassa. Le banche hanno bloccato l'operatività non perchè la Centrale non sia in grado di far fronte alle necessità ma perchè fa parte del gruppo Parmalat. La Centrale ha disposto un bonifico per settembre per il pagamento del latte ma non c'è stato il via dalle banche. Le banche ragionano in termine di corporate non in termini di singole aziende». Cosa quindi andrebbe fatto per tutelare la Centrale? «La Centrale del Latte è un vagone sano attaccato a un treno che sta per precipitare. I conti della Centrale andrebbero distinti dal gruppo Parmalat per dare certezza ai fornitori. La situazione è molto critica se non viene affrontata in tempi brevissimi ma siamo convinti di riuscire a farlo. Domani (oggi ndr) presenteremo questo progetto in consiglio agli azionisti. Qualsiasi opzione di acquisto che si sta ventilando crea soltanto confuzione e non risolve il problema. Ogni possibilità di acquisto sarebbe soggetta a revocatoria». L.D.P.

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