Authority del risparmio, sì ma per tempi lunghi
E l'aggravarsi della crisi fa slittare il varo di un'authority di tutela del risparmio di cui oggi non si occuperà il Consiglio dei ministri se non per aprire il dibattito sulle sorti di Bankitalia. Ieri comunque è stata la Camera, sollecitata da un'iniziativa trasversale (Tabacci, La Malfa e Violante) ad anticipare tutti annunciando l'avvio di una indagine parlamentare che prenda in esame i rapporti tra imprese, mercati e risparmiatori. Una mossa che il presidente Pierferdinando Casini ha caldeggiato sottolineando che «in Parlamento ciò che sta maggiormente a cuore a forze di maggioranza e opposizione e la necessità di definire le forme più adeguate per proteggere i risparmiatori italiani». La decisione di Casini è stata accolta con soddisfazione da Margherita e Ds. Anche il Governo sta prendendo in esame da punti di osservazione diversi la questione dei controlli. Ma per ora è tregua su Bankitalia. Infatti l'istituzione di una authority per il risparmio, varo che potrebbe essere deciso domani dal Consiglio dei ministri su impulso del ministro Tremonti, dovrà essere affidata a un disegno di legge e non a un decreto. E quindi una soluzione per tempi lugnhi. Il segretario Marco Follini lo chiarisce al termine della direzione nazionale dell'Udc. «Sembra ovvio che sia un ddl, tanto ovvio che sarà un ddl», dice il segretario dell'Udc. «È un provvedimento che ha i suoi tempi. Capisco l'esigenza di non lasciare appese troppo a lungo le cose, per questo non immagino un provvedimento da tempi biblici, ma la politica ha i suoi tempi». «Se si vuole rafforzare il sistema dei controlli, si fa cosa giusta - ha aggiunto Follini - valuteremo il contenuto della proposta di Tremonti e credo che ci sia ampio margine di discussione. Tra l'altro mi pare argomento, questo, in cui se si riesce a non alzare le barricate tra maggioranza e opposizione si fa una cosa saggia. È un sistema di regole che va ripensato a prescindere dal colore politico». Soprattutto da Forza Italia e Lega si lavora per arrivare a una authority unica di controllo. Una mossa che avrebbe l'effetto di una esplicita sconfessione di Bankitalia rinfocolando le polemiche già al calor bianco tra il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il Governatore Fazio. Ma questa ipotesi oltre a non piacere alle opposizioni è frenata anche da alcuni esponenti della maggioranza. Per il capogruppo Udc in commissione Finanze Maurizio Eufemi «sarebbe inaccettabile un'authority di nomina governativa che non avrebbe quindi i necessari requisiti di indipendenza». Anche all'interno dello stesso ministero dell'Economia non tutti sono in sintonia con Tremonti. Uno dei suo vice, Mario Baldassarri di An, è infatti per soluzioni più graduali e non dettate dall'emergenza. Prima di varare una unica authority c'è bisogno di riflessioni e «non si possono non vedere i rischi di una simile soluzione». Per il capogruppo leghista al Senato Roberto Calderoli viceversa «un'unica authority per il risparmio, magari con sede a Milano, sarebbe la risposta migliore alla crisi Parmalat».