Tremonti e berluscones con La Malfa e Tabacci
Secondo la sua opinione, Fazio, al di là delle responsabilità dirette, ha anche una «colpa» speciale: è troppo amico di Carlo Azeglio Ciampi. C'è poi l'eterno duello tra Fazio e Giulio Tremonti. Duello sul quale s'è molto scritto e moltissimo romanzato. Tra i due c'è ormai una sostanziale incompatibilità, alla quale si è giunti partendo da un rapporto di grande amore. Fu proprio il governatore a spendere parole di incoraggiamento per l'esecutivo di centrodestra appena in carica, oltre due anni fa. Poi via via il deterioramento. Oggi Tremonti spara a zero e utilizza la Lega come una clava contro la Banca d'Italia. A ripetizione hanno parlato contro Fazio tutti gli uomini più vicini a Umberto Bossi, a cominciare dal coordinatore del Carroccio Roberto Calderoli. A dar manforte all'azione tremontiana ci pensa anche il presidente della commissione Bilancio della Camera, Giancarlo Giorgetti, anche lui leghista, quasi un braccio armato di via XX settembre. Con il terribile Giulietto si è ricomposto anche l'asse dei belusconiani di ferro: dal viceministro all'Economia Gianfranco Miccichè al presidente della commissione Bilancio del Senato Antonio Azzolini, dal sottosegretario Maria Teresa Armosino ad Angelino Alfano, uno dei membri della presidenza di Forza Italia che viene consultato quando si parla di questioni economiche. Manca un pezzo da novanta che ancora non c'è espresso: il ministro per le Attività Produttive Antonio Marzano. Ci sono poi le inimicizie storiche. A cominciare dal presidente della commissione Finanze Giorgio La Malfa. Il suo scontro con Fazio ha radici storiche, nonostante la gran parte degli ex repubblicani (ma anche degli ex liberali e degli ex azionisti) è con il governatore. Il suo «sì» finirebbe con il pesare non poco nell'eventuale dibattito alla Camera sulla riforma dei controlli del risparmio. Ma Tremonti, nel dibatitto parlamentare, potrebbe trovare alleati fondamentali. Per esempio un suo nemico storico come il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Bruno Tabacci, che ha usato parole pesanti contro il governatore a proposito del caso Cirio. Al ministero dell'Economia si studia anche un modo per evitare lo scontro diretto con Fazio. Ma di puntare a un intervento che metta tutti di fronte ad una scelta chiara: o si sta con i risparmiatori o con chi ha fatto il crack. In questo senso si spera di recuperare anche qualche consenso nel centrosinistra come quello di Antonio Maccanico, trait d'union con il Quirinale. Ma anche quello dell'ex ministro diessino Pier Luigi Bersani. Insomma, la partita è solo all'inizio.