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I sindacati criticano la decisione del Viminale

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Sono questi gli sviluppi del dibattito in seno alle organizzazioni del lavoro, alla luce dell'intesa raggiunta che ha suscitato reazioni molto negative nella base, con conseguenti astensioni dal lavoro che hanno paralizzato anche ieri gran parte dei centri urbani italiani. A scendere decisamente in campo a difesa dell'accordo è stato innanzitutto il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, secondo cui le proteste degli autoferrotranvieri «non hanno sbocchi». Pezzotta ha ricordato anche che «ieri unitariamente, con responsabilità, abbiamo ricomposto una situazione, salvaguardando il contratto nazionale». Secondo il numero 1 della Cisl, del resto, «con l'intesa abbiamo ottenuto un risultato che io giudico positivo nella situazione data». Ma al tempo stesso, sempre Pezzotta appare ben lungi dal considerare l'accordo trovato ieri come la panacea di tutti i mali del settore. Anzi, il segretario della Cisl è tornato a sottolineare la necessità di una riforma del modello contrattuale, pur salvaguardando il livello di contrattazione nazionale». Al di là della difesa dell'accordo, in ogni caso, il sindacato ha preso le distanze appunto dalle linea dura nei confronti della protesta. Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha replicato infatti alle dichiarazioni ferme del ministro dell' Interno, Pisanu, sostenendo che quest' atteggiamento «è una cosa politicamente sbagliata perchè nei prossimi giorni le cose torneranno alla normalità, ovviamente con un pò di gradualità». Angeletti ha fatto presente che «solo nelle macchine si gira la chiave e si spegne il motore. Alle persone non succede così». Fra i sindacati confederali c'è anche in ogni caso chi, pur prendendo atto dell' intesa per il rinnovo del contratto, si appella al referendum. È il caso del segretario nazionale della Fiom-Cgil, Giorgio Cremaschi, secondo cui l'operatività dell'intesa andrebbe sospesa fino al pronunciamento dei lavoratori, da ottenersi in tempi brevissimi. «Senza democrazia non c'è contratto» - rileva infatti Cremaschi - e questo vale «per i metalmeccanici come per i tranvieri». E sempre in seno alla Cgil, è venuta la presa di posizione di alcuni esponenti (Bruno Manganaro, Franco Grisolia, Daniele Debetto e Piero Acquilino) che si sono espressi a favore del cosiddetto «sciopero prolungato» finalizzato ad un effettivo recupero salariale, ma anche più in generale alla difesa delle pensioni e dei servizi sociali, per un salario adeguato ai disoccupati e per l' abolizione della flessibilità.

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