Verifica, ha inizio l'offensiva di Fini
Per il vicepremier e i suoi colonnelli «è giunto il momento di dar vita alla seconda fase del governo». Enunciazione che non lascia spazio a rinvii e temporeggiamenti. E poichè occorre «far tesoro dell'esperienza sin qui maturata», Alleanza Nazionale fa sapere anche in quale ambito concentrerà la sua attenzione nella messa a punto del programma di governo: quello delle politiche economiche, produttive, sociali. In verità non si è parlato di posti e poltrone. Si è detto invece con grande chiarezza che è eccessiva la concentrazione di deleghe e poteri in capo al ministero dell'Economia. Niente di personale con Giulio Tremonti, ma uno «spacchettamento» delle deleghe nel comparto economico è ipotesi da prendere assolutamente in considerazione. Superata «la più grave congiuntura economica degli ultimi 20 anni», il governo deve ora saper cambiare passo, con «più coesione nella maggioranza, più collegialità, più disponibilità al dialogo con le categorie e le parti sociali». Fini ha convenuto con i suoi sulla necessità di «aprire i riflettori» sulla crisi finanziaria in atto nel paese e su ciò che non funziona nel sistema creditizio del nostro paese, perchè vicende come la crisi Parmalat o quella Cirio rendono «doveroso per tutti» garantire controllo e vigilanza maggiori. Altro tema toccato, sempre in stretto rapporto con la fase di confronto che si apre a gennaio con la verifica, quello delle elezioni europee. Fini le ha definite «la partita più difficile di questi ultimi due anni» e, accantonata l'idea della lista unica, ha insistito sulla importanza strategica del passaggio per An, dicendosi disponibile a fare da capolista dal Nord al Sud e chiamando i vertici del partito a mettersi tutti in lista. «Non saranno ammesse defezioni», ha detto il vicepremier. Fini ha poi mostrato di non aver affatto gradito il retroscena del Corriere della Sera dedicato a Maurizio Gasparri. Espressa la sua solidarietà al ministro, il vicepremier ha ribadito che andranno assolutamente accolti i rilievi del Quirinale sulla legge di riordino del sistema televisivo. «Ma è prioritario, nell'interesse di tutta la coalizione - ha aggiunto - chiudere anche la questione del conflitto di interessi e spuntare così le armi dell'opposizione». Di tutto questo si tornerà a parlare nella Assemblea Nazionale già convocata per il 10 gennaio, dove si discuterà anche del malessere sorto nel partito dopo i passaggi delicati del viaggio di Fini in Israele e del voto agli immigrati. Temi che ieri non erano all'ordine del giorno, tanto che il ministro Mirko Tremaglia ha lasciato polemicamente la riunione dell'esecutivo, in attesa di un faccia a faccia chiarificatore con Fini. Il vicepremier, infine, ha lasciato cadere con assoluta non chalance le previsioni di Silvio Berlusconi sul suo futuro prossimo. Al premier, che parlava per Fini di «cariche come la presidenza delle Camere o ministeri di peso», si è limitato a rispondere «non posso che ringraziare...».