Genova si sveglia senza bus
Lunghe code di automobili. Fermate degli autobus deserte. Taxi presi d'assalto. Ieri mattina Genova si è svegliata così, con uno sciopero selvaggio a sorpresa degli autisti del trasporto pubblico locale. Dopo Milano, Torino e Brescia, dalle quattro e mezza di ieri anche il capoluogo ligure è rimasto per tutta la mattina completamente senza autobus. La protesta spontanea degli autoferrotranvieri ha bloccato oltre settecento autisti che hanno incrociato all'improvviso le braccia prima dell'alba. Autobus di traverso all'uscita dei depositi sino alle 17,35 quando qualche mezzo ha ripreso a viaggiare. Ma il fronte degli autisti si è spaccato: sino a tarda serata da alcune rimesse gli autobus non erano usciti e i lavoratori parevano intenzionati a scioperare a oltranza. Per convincerli a riprendere il servizio i sindacalisti hanno dovuto ricordare il rischio di multe da 250 a 500 euro per interruzione di pubblico servizio. Lo sciopero è scattato poco prima delle cinque quando da Roma, dove sono in corso le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro, è giunta la notizia della divisione tra i sindacalisti sull'offerta del governo di un aumento di 80 euro mensili e di una una tantum di 500 euro. Un'agitazione improvvisa, senza alcun tipo di preavviso. Così, sotto la pioggia, lavoratori e studenti hanno cominciato ad attendere inutilmente i bus alle fermate in gruppi sempre più fitti. Il traffico è diventato sempre più caotico mentre per prendere un taxi i genovesi hanno dovuto sopportare attese anche superiori ai trenta minuti. In molti, quando la notizia dello sciopero è diventata di dominio pubblico, hanno preferito restare a casa dal lavoro o dalla scuola opuure hanno rinunciato al tradizionale shopping natalizio. In tarda mattinata il sindaco Giuseppe Pericu, preoccupato per la situazione, ha deciso di prendere la situazione di petto. Affiancato dai suoi più stretti collaboratori, si è recato nella rimessa principale per incontrare centinaia di lavoratori riuniti in assemblea. A loro ha rivolto un appello a riprendere il lavoro. Dalla sede della Regione Liguria anche il presidente Sandro Biasotti, a capo di una giunta di centrodestra, usa toni più duri: «Non è uno sciopero - ha dichiarato - è un'interruzione di pubblico servizio e sta creando disagi troppo gravi». Il prefetto Giuseppe Romano, che già lunedì si era detto pronto a precettare i lavoratori che non avessero osservato le fasce di garanzia, ha lanciato un messaggio chiaro: trattandosi di uno sciopero non legittimo, la strada da seguire non era tanto la precettazione quanto la denuncia alla magistratura per interruzione di pubblico servizio. E ha posto il ripristino del servizio entro le 18 come condizione per la convocazione di una riunione con i sindacati. In serata il servizio è stato ripristinato.