I lavoratori Mediaset scrivono a Ciampi e al premier «Intervenite subito per salvare il nostro futuro»

A chiederlo, con una lettera aperta inviata al capo dello stato, Carlo Azeglio Ciampi, e al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sono le Rsu del Biscione. «Chi vi scrive -si sottolinea nella lettera aperta- può certamente considerarsi figlio del pluralismo. Infatti, le migliaia di dipendenti dell'emittenza privata italiana sono il risultato dello sviluppo pluralista del sistema radiotelevisivo del nostro Paese». Per questo, insistono le rappresentanze sindacali di Fistel cisl e Uilcom del gruppo «chiediamo venga predisposto un immediato dispositivo legislativo, a valere sino alla approvazione della nuova legge di sistema integrato della comunicazione, che mantenga per Mediaset e per Rai lo stato attuale di integrità aziendale, relativamente agli assetti economici e occupazionali». I rappresentanti sindacali ritengono quindi «singolare che all'intento di favorire un migliore pluralismo dell'informazione ed una minore concentrazione del mercato, si ingeneri una situazione per la quale il pluralismo stesso viene ridimensionato, le integrità aziendali di Rai e Mediaset messe a repentaglio, e si determinino prospettive di ricadute occupazionali negative, tutt'altro che infondate». Il protagonista della vicenda Emilio Fede smentisce di aver parlato con Berlusconi del destino di Retequattro. Una telefonata sì, c'è stata, ma «nè oggi nè ieri sera», precisa il direttore del Tg4 e soprattutto «non si è parlato di Retequattro e ddl Gasparri». Fede giura che la promessa reciproca, tra lui e Silvio Berlusconi, di non parlare di Retequattro «è stata fatta da quando questa spada di Damocle è sulla nostra testa, quindi da un paio d'anni». Possibile che tra i due non ci sia stato mai neanche un accenno? «Come no - risponde Fede - ma nè oggi nè ieri: da sempre mi dice "farò tutto il possibile per difendervi" e questa frase per lui significa avere rispetto per le persone che lavorano qui e hanno vissuto e contribuito a far crescere per tanti anni una realtà che si chiama Mediaset». Di «ricadute gravissime» parla anche un suo antagonista storico, Mentana, «se Rete 4 va sul satellite qualsiasi analista finanziario può spiegarle: è evidente che per un'azienda come Mediaset è un pezzo non piccolo del proprio prodotto». Mentana ha detto di non volersi esprimere sulle prossime «mosse» che il governo sceglierà di fare. «Non vorrei, però, -ha aggiunto - che in punta di diritto si cominciasse a discutere per altri motivi: da un lato per far male a Berlusconi, dall'altro per mettere Mediaset in una posizione di inattaccabilità».