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«Non approfittatene per la verifica» Lega contro An-Udc

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Sono in corso valutazioni di natura giuridica e costituzionale e soprattutto, ha spiegato il ministro, si vuole stabilire se il decreto «garantisca che non ci siano danni al sistema e che possa crescere». In ogni caso, ha assicurato, si terrà conto delle osservazioni fatte dal Capo dello Stato. Gasparri ha anche polemizzato con il ministro Antonio Marzano che ha dato per certo che «il decreto si farà». Alcuni ministri, è stata la risposta di Gasparri, «si occupano di cose che non gli competono, io certo non mi occupo dei movimenti delle truppe in Iraq». Il ministro ha anche replicato a chi sostiene che un decreto legge è incostituzionale facendo presente che ci sono numerosi precedenti. Per esempio, ha ricordato, nel '93 ci sono stati dei decreti che hanno modificato decisioni della Corte Costituzionale. Il vicepremier Gianfranco Fini non ha voluto intanto confermare che sarà lui e non Berlusconi a firmare il decreto. Ai giornalisti che lo hanno interpellato sulla voce riportata dai giornali si è limitato a rispondere: «Chi scrive certe cose vada a leggersi la Costituzione». Il varo del decreto dovrebbe avvenire entro il 31 dicembre per evitare che scatti l'obbligo per Retequattro di andare sul satellite, come deciso dalla Corte Costituzionale. Secondo il ministro Rocco Buttiglione non bisogna fare le cose in fretta e occorre «riflettere bene e fare le cose per bene». Il decreto potrebbe slittare quindi di una settimana. Sul varo di un provvedimento d'urgenza che ponga rimedio alla mancata entrata in vigore della legge Gasparri, rinviata alle Camere da Ciampi, gli alleati della Cdl sono tutti d'accordo. Umberto Bossi non sembra dare molta importanza all'ipotesi del decreto. «Basta che mi danno una rete a Milano», ha affermato. Per il coordinatore della Lega Roberto Calderoli il decreto rappresenta l'unica soluzione possibile. Quanto alla legge Gasparri, è contrario a modificarla e chiede che il Parlamento approvi lo stesso testo di prima, ricordando che siamo in una Repubblica parlamentare e non presidenziale. Ad An ed Udc Calderoli rivolge intanto un avvertimento: non approfittate della situazione per chiedere un rimpasto di governo. Gli ha risposto il capogruppo di An alla Camera Gianfranco Anedda invitandolo a non confodere le due questioni, perché un decreto legge non ha nulla a che fare con la verifica programmatica sull'attività di governo. A premere per una sollecita modifica della legge Gasparri è l'Udc che vuole dei «miglioramenti» secondo le indicazioni del Capo dello Stato. Quanto al decreto legge, per il capogruppo dei deputati dell'Udc Luca Volontè non si tratta di salvare Retequattro ma di evitare il licenziamento di migliaia di lavoratori.

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