Confalonieri: ripiomberemo nella preistoria
«Bisogna stare alle cifre. È come se a voi nelle vostre aziende vi chiudono un terzo delle attività, certamente non potete andare avanti con gli stessi organici». Così il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ha commentato l'opportunità di un eventuale decreto per impedire il trasferimento di Retequattro sul satellite, fatto che potrebbe accadere all'indomani del 31 dicembre, secondo quanto prescrive la Consulta. E Confalonieri si dice disgustato dell'atteggiamento strumentale dell'opposizione: «Siamo arrivati al giubilo perchè c'è stata una campagna montata dalla stampa, perchè in un certo senso la stampa difende interessi lobbisti. Siamo tutti lobbisti, ma quando la stampa ha ammantato di grandi principi i propri interessi, e grandi giornalisti e direttori di testata si sono prestati a scrivere che la Gasparri era una legge liberticida è orribile». Confalonieri ha anche criticato la reazione di movimenti e associazioni come i girotondi dopo il rinvio del ddl Gasparri alle Camere. «Certe scene di giubilo perchè delle persone perdono il posto - ha detto - hanno fatto male e anche qualcosa di più, quasi ribrezzo». E rivolgendosi al ministro delle Comunicazioni Gasparri, presente in sala, e all'eventualità di un decreto per salvare Rete 4 dal satellite, il presidente di Mediaset si è limitato a dire: «Non tiro la giacca al ministro»sia il futuro». Il presidente di Mediaset, premettendo di parlare «con il massimo rispetto e anche alzandomi in piedi e con il sottofondo dell'Inno di Mameli» non risparmia un'osservazione critica al messaggio con cui il Capo dello Stato ha rinviato la legge Gasparri alle Camere. Per il presidente del gruppo privato i principi evocati dalla sentenza della consulta dell'85, richiamata nelle osservazioni di Ciampi, sono «preistoria». Richiamare quella sentenza 18 anni dopo - afferma Confalonieri- quando la libera stampa allora era ics e oggi è 7 volte tanto, richiamare il concetto di torta pubblicitaria contro cui ci siamo battuti perchè la pubblicità non è una torta, allora io dico attenzione a riprendere principi come questi che sono preistoria perchè ricordiamoci che fino alla legge Mammì c'era una Commissione paritetica» che indicava i tetti pubblicitari della tv. «Oggi non c'è più il mercato di allora: mi sembra preistorico ricordare cose del genere. Anche perchè è una sentenza che è stata superata da due direttive europee, dalle leggi Mammì e poi Maccanico e nel 2001 dalla legge 66 sul digitale». Insomma, per Confalonieri la mancata firma sulla Gasparri fa piombare il mondo televisivo nel passato, con conseguenti ripecussioni sullo sviluppo e il progresso di aziende e tecnologie già pronte per nuove sfide.