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Telekom, per i magistrati Marini è un bugiardo

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Il difensore invece denuncia che il faccendiere «è stato sacrificato» e attacca anche Trantino

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In tanti si sono chiesti chi fosse davvero Igor Marini, il cantore dell'epopea Telekom Serbia. Oggi la magistratura torinese lancia l'ipotesi definitiva: è un bugiardo. Dopo aver tirato le fila di tutte le ore passate ad ascoltarlo alla Vallette dallo scorso 30 luglio, il gip Francesco Gianfrotta ieri gli ha notificato in carcere un nuovo ordine di custodia cautelare per calunnia (ma è indagato anche per autocalunnia). I calunniati (Dini, Prodi, Fassino, Rutelli, Veltroni, Mastella) si aspettano scuse formali. Ma l'avvocato Luciano Randazzo rilancia: «Nella nostra storia giudiziaria si conoscono solo altri tre casi analoghi a questo. Uno riguarda un sacerdote e risale a 80 anni fa, l'altro un giornalista che si occupò dello scandalo Montesi e il terzo è quello di Guareschi, messo in carcere per avere accusato Alcide De Gasperi. Chissà perché ogni volta che si toccano politici di una certa posizione...». Randazzo ha un dubbio: «Perché Marini fino a qualche tempo fa era considerato un testimone talmente attendibile da ottenere una scorta?». Il sostituto procuratore Marcello Maddalena e l'aggiunto Bruno Tinti invece dubbi non ne hanno più: il faccendiere ha lanciato accuse consapevoli e infondate contro i politici del centrosinistra, toccati a suo dire dalla maxi tangente Telekom. La difesa insiste: «Marini è stato sacrificato sull'altare di un accordo politico». E Randazzo è pronto a presentare alla procura di Roma un esposto contro Enzo Trantino, presidente della commissione Telekom Serbia, per «l'improvvida gestione» del caso. Come al solito i commenti si sprecano. Da Strasburgo Francesco Rutelli gioisce per la sorte del «gentiluomo che ci dava dei corrotti». «In galera ci resta lui - dice il leader della Margherita - Per quanta riguarda noi, che siamo stati pazienti, vedremo quanti denari riceveremo come risarcimento. Anche dalla stampa libera che ha dato retta a quel delinquente». Giuseppe Consolo, capogruppo di An nella commissione d'inchiesta, chiede di accantonare il capitolo Marini in attesa di un giudizio definitivo sulla sua attendibilità. Non ci sta il collega della Quercia Giovanni Kessler: «Sei mesi di lavoro, un colossale tentativo di inquinamento della vita politica italiana sono sepolti dalle prove dei giudici di Torino. Troppo comodo e troppo tardi per la maggioranza che lo ha cavalcato prendere le distanze da Marini». Il senatore dei Verdi Giampaolo Zancan invita all'affondo: «Bisogna individuare chi lo ha vezzeggiato, alimentato, sponsorizzato». Michele Lauria (Margherita) vuole i nomi dei «suggeritori. »Chi è il burattinaio? - si domanda anche Giovanni Russo Spena (Rifondazione comunista).

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