«Non conosco le motivazioni»
Silvio Berlusconi si dice «sereno», certamente non «infuriato» come gli chiedono i giornalisti, e da Strasburgo, ultimo appuntamento del semestre di presidenza italiana, torna prepotentemente ad occuparsi delle vicende interne dell'Italia. «Per fortuna nel futuro non ci capiterà una cosa così drammatica», sussurra il premier confessando così la fatica del semestre europeo e delle dure trattative per la Conferenza Intergovernativa interrotesi bruscamente due giorni fa a Bruxelles. «La gente è con me», e «se qualcuno dicesse che in Italia non c'è pluralismo televisivo sarebbe sommerso dai fischi», premette Berlusconi ricordando a tutti che c'è già stato anche un referendum sulle Tv che ha dato il polso della situazione italiana, anche se si trattava di parecchi anni fa. Se ha ribadito che intende tenersi «lontano» dalla Gasparri - al punto che ha annunciato che «non ha letto e non leggerà le osservazioni dei tecnici del Quirinale» - Berlusconi ha spiegato che per il decreto di salvataggio di Retequattro «non ci sono rischi» per farlo. C'è anche una data per il varo del testo: 28 dicembre. Berlusconi sa che la vicenda si intreccia con la verifica e manda messaggi di mace tra i suoi: niente rimpasti ma «miglioramenti di programma e personali» saranno accettati.