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Berlusconi-Prodi, contrasto ma toni soft

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Posizioni divergenti sulle «due velocità» che il presidente Ue considera una strada percorribile

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Però il premier è stato attaccato dai gruppi del centrosinistra, appunto sul negoziato costituzionale. Sulla situazione che si è creata con lo stop di Bruxelles alla costituzione, Berlusconi e il presidente della Commissione Prodi hanno a Strasburgo visioni divergenti. Berlusconi si è detto ottimista circa una rapida ripresa della trattativa sulla base del lavoro già realizzato sotto la presidenza italiana, e ha confermato di essere contrario all'ipotesi di una Europa a due velocità, a «una Europa di serie A e una di serie B». Prodi ha reagito dicendo: «Nessuno di noi vuole una Europa di serie A e una di B, condivido pienamente quanto detto dal presidente Berlusconi, ma non vogliamo mandare tutta l'Europa in serie B». Ha quindi esposto l'idea di una «avanguardia di stati pionieri, che apra la strada a una cooperazione più salda che possa servire come punto di partenza per una Unione più forte e più integrata». Idea lanciata sabato a Bruxelles dal presidente francese Jacques Chirac, con l'appoggio del cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. Comunque il tono è rimasto non conflittuale. Dopo che Berlusconi venerdì aveva preso a braccetto Prodi davanti ai cronisti al vertice di Bruxelles, ieri il presidente della Commissione nella conferenza stampa finale insieme al premier italiano ha ringraziato «il presidente Berlusconi e il suo governo per il senso di equilibrio e di responsabilità dimostrati» durante il semestre. Nel suo intervento iniziale Berlusconi aveva parlato lungamente della trattativa di Bruxelles sulla costituzione, notando che i leader Ue sono stati «vicini ad un accordo» nella notte fra venerdì e sabato, ma sabato mattina «tutto è retrocesso» e i veti incrociati hanno imposto uno stop, deciso da tutti i leader. Per Berlusconi tuttavia, quando ripartirà sotto presidenza irlandese la trattativa dovrebbe potersi concentrare praticamente sul punto che a Bruxelles ha bloccato tutto, il sistema di voto, capitalizzando sugli «82 punti» superati. «Il trattato costituzionale è una meta che raggiungeremo certamente», ha affermato. In aula, i leader di Pse e Eldr Enrique Baron e Graham Watson hanno criticato Berlusconi per come ha condotto il negoziato costituzionale a Bruxelles: «è un fallimento personale» ha detto Watson. «Il Milan è arrivato almeno ai calci di rigore, ha ironizzato Baron, ma lei non ha giocato neppure il secondo tempo».

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