Oggi il bilancio del semestre di presidenza. La Commissione: il fallimento è colpa di tutti Berlusconi a Strasburgo nella fossa dei leoni
Dopo di lui interverranno il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, e il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un dibattito che si preannuncia agitato. Il fallimento del negoziato al vertice di Bruxelles sulla Costituzione ha suscitato infatti delusione e irritazione da parte di molti. La maggior parte delle critiche sono rivolte a Polonia e Spagna, i due Paesi che hanno bloccato il negoziato sul sistema di voto fra i governi, il nodo cruciale della trattativa costituzionale. Ma c'è chi, soprattutto in Italia, continua a far piovere accuse su Berlusconi. «Avrei preferito un Paese più protagonista, più rispettabile e rispettato. Un semestre che comincia con gli insulti al Parlamento europeo, finisce con l'elogio del genocidio in Cecenia e poi con questo disastro è segno purtroppo di mancanza di autorevolezza del nostro Paese» tuona Luciano Violante, capogruppo dei Ds a Montecitorio. Ma il sottosegretario all'Ambiente, Antonio Martusciello, replica alle accuse: «L'analisi di Violante, che assomiglia irrimediabilmente alle tecniche di propaganda leninista, dimentica i successi della presidenza italiana». A manifestare delusione per la conclusione della Cig è anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini: «Questa Europa - afferma - non è stata in grado di ritrovarsi e ha deluso il mondo. Ho avuto però la soddisfazione di essere stato fedele al mandato del Parlamento». Anche per il vice presidente della Convenzione, Giuliano Amato, «il fallimento di un accordo sulla Costituzione lascia l'Unione europea in pericolo di divisione e di perdita di influenza nel mondo». Rispondendo a Valdo Spini dei Ds, che ha chiesto al governo «di riferire sugli esiti, purtroppo deludenti, della Cig», il presidente della Camera, Pierferdinando Casini annuncia che potrà tenersi a Montecitorio un'informativa del governo sugli esiti della Conferenza intergovernativa. Ma le polemiche non mancano neppure all'estero. Il capogruppo europeo dell'Eldr - la famiglia politica di Rutelli e Di Pietro - lo scozzese Graham Watson, indica nella «mancanza di volontà politica dei leader Ue e di abilità diplomatica della presidenza italiana» le ragioni del fallimento della parte costituzionale del summit. Per Tadeusz Mazowiecki, il primo premier polacco dalla fine del comunismo, «il mancato compromesso sul trattato costituzionale è una sconfitta per l'Europa e, in un certo senso, anche per la Polonia». La leader dell'opposizione tedesca cristiano democratica Cdu, Angela Merkel, accusa il governo rosso-verde del cancelliere Gerhard Schroeder di corresponsabilità nel fallimento nel vertice sulla futura Costituzione europea. Per il primo ministro belga, Guy Verhofstadt, «se non si arriva rapidamente a una soluzione, sarà necessario ricercare una collaborazione più stretta su un certo numero di settori, come la difesa, la giustizia, l'asilo e l'immigrazione». Ad esprimere amarezza è anche la Commissione europea, per la quale c'è «una responsabilità collettiva per il fallimento» del vertice dell'Ue sulla futura Costituzione. L'esecutivo di Bruxelles riesce tuttavia ad essere ancora ottimista, sostenendo - per bocca del portavoce dell'esecutivo di Bruxelles, Rejyo Kemppinen - che «è ancora possibile un accordo sulla Costituzione europea entro il 2004». Intanto, proprio ieri sei Stati membri (Francia, Germania, Olanda, Gran Bretagna, Svezia e Austria) hanno proposto un congelamento del bilancio. Risultato: la famiglia allargata a 27-30 membri dovrebbe continuare a vivere con lo stesso budget dell'attuale famiglia a Quindici. L'ufficializzazione di questa proposta a soli due giorni dalla conclusione fallimentare del vertice sulla Cig è un'altra testimonianza della crisi di quello spirito comunitario che, secondo Prodi, è mancato durante lo sc