Il premier: la legge non mina la libertà

Casini ha letto le cinque cartelle del messaggio, e al termine ha espresso «rispetto per la decisione del capo dello Stato, che come è noto, ha esercitato una sua prerogativa prevista dalla Costituzione». Berlusconi ha commentato da Strasburgo, dove è giunto a sera avanzata per partecipare alla seduta odierna dell'Europarlamento. La legge Gasparri «non mina la libertà di informazione», ha dichiarato, precisando che il rinvio alle Camere della legge «gli era stato anticipato» e dicendo che la legge Gasparri sarà rivotata, ma «non so se uguale». In precedenza il premier, lasciando Montecitorio, aveva detto di non vedere motivi per un rinvio alle Camere della legge, ma aveva subito aggiunto che comunque, se questo ci fosse stato, «non ci sarebbe alcun vulnus politico per il governo», anche perché lui non se n'è voluto occupare per via di quel «benedetto o maledetto conflitto di interesse». Inoltre aveva reso noto che a colazione con Ciampi aveva parlato proprio della Gasparri, rilevando che «comunque, ove ci fosse, ci sarà una rivisitazione della legge da parte del Parlamento e il Parlamento deciderà se introdurre modifiche a cui accennasse il capo dello Stato oppure se non introdurle. Dopodiché il capo dello Stato firmerà comunque la legge». Infine aveva detto che «se ci saranno, le modifiche saranno sensate ed il Parlamento ne prenderà atto».