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Ulivo, Fassino apre a Di Pietro I socialisti pronti a sganciarsi

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I giochi non sono ancora chiusi, ma al momento sembra proprio che il cosiddetto «triciclo», acquisendo l'Italia dei Valori e ricompattando parte degli scontenti dei Ds con Occhetto, rischi di perdere i socialisti. Con Antonio Di Pietro, dichiara ieri Piero Fassino, bisogna avviare un confronto e se ci sarà convergenza sul programma non potrà essere escluso dalla lista unitaria del centrosinistra per le prossime elezioni europee. Quanto a Boselli e ai suoi, secondo il leader della Quercia, devono capire che se si riscontrerà la convergenza sulle cose da fare con di Pietro allora non ci sarà motivo per il quale debbano essere esclusi dal listone unitario. Di Pietro e Occhetto commentano: «Finalmente qualcuno all interno della Lista mini-unitaria del Triciclo, per l'occasione Fassino, ha alzato la voce per dire "basta" ai veti dello Sdi». Però, proseguono, la questione non il si o il no a Di Pietro, ma che i dirigenti del «triciclo» si rendano conto che «non possono essere esclusivamente loro, nel chiuso delle loro segreterie, a decidere chi deve salire e chi deve scendere, che programmi e destinazione dare al progetto e chi devono essere i passeggeri»: bisogna invece,come ha detto Epifani, «azzerare tutto e ricominciare daccapo». Chiedono quindi a Fassino «un nuovo incontro» , nella convinzione che «facciamo ancora in tempo, se ci mettiamo un pò di buona volontà e non cediamo al ricatto di chi proclama o noi o loro». «Noi vogliamo - ribadiscono - che tutto il vasto e variegato mondo di movimenti, girotondi, associazioni, portatori di interessi diffusi, personalità illustri e cittadini comuni possano dire la loro all'interno ed insieme ai partiti e non contro di loro, per dar vita ad una costituente per un nuovo Ulivo». Dal canto loro i socialisti non sono rimasti a guardare e ieri si è svolto un lungo colloquio fra il presidente della Margherita Rutelli e il presidente dello Sdi Boselli, alla luce della mancata partecipazione di quest'ultimo alla manifestazione della lista unitaria riformista di sabato a Padova e della nuova apertura ad Antonio Di Pietro da parte del segretario dei Ds Piero Fassino. Lo Sdi conferma la «assoluta inconciliabilità» fra «la nostra idea di riformismo» e «il partito di Antonio Di Pietro», senza però sganciarsi ora dal cosiddetto triciclo avallato dalle assemblee congressuali di Quercia, Margherita e socialisti democratici. Lo faranno, invece, se e quando Fassino e Rutelli dovessero raggiungere davvero un'intesa con l'ex pm. Restando in attesa di eventuali prossimi incontri bilaterali di Ds e Margherita con Di Pietro. «La nostra posizione - spiega il vicepresidente dello Sdi Roberto Villetti - è chiara. Fassino dice di volere ancora un confronto programmatico con Di Pietro. Noi non ne sentiamo il bisogno perché ci sembra già chiara e nota la fisionomia di Italia dei Valori: un partito nato nelle aule giudiziarie, così come il partito di Berlusconi è nato in azienda». «Nulla osta, però - prosegue Villetti - che se Ds e Margherita ritengono opportuno farlo, si confrontino ancora con Di Pietro e poi ci comunichino il risultato e le convinzioni che ne hanno tratto. Se riterranno, come noi riteniamo, che Di Pietro e il suo movimento nulla hanno a che fare con il riformismo italiano, proseguiremo il nostro lavoro comune per la lista unitaria», altrimenti «noi non potremo che prendere atto di una distanza incolmabile di idee inconciliabile».

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