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Ciampi: non perdiamo la fiducia nell'Europa

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Prodi da Bruxelles «prende atto» che è stata l'Italia a non volere il sistema delle due velocità

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Continuiamo nel nostro impegno». Lo afferma il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, alla luce delle conclusioni della riunione a Bruxelles della Conferenza Intergovernativa della Ue. «Sapete che per quanto riguarda la Ue auspicavo - ha detto Ciampi - un risultato ben più positivo: la sostanziale conclusione della Cig. Ho sempre considerato importante che l'allargamento dell'Unione fosse accompagnato dal suo avanzamento istituzionale e che tutto questo giungesse a compimento prima delle elezioni europee. Ora tutto questo è incerto. Anche se è stata confermata da tutti l'esigenza e la volontà di un nuovo Trattato europeo». Intanto, a livello di commenti, a Bruxelles c'è chi ha interesse a scaricare tutte le responsabilità sull'Italia, alla quale viene ascritta la colpa di non aver accettato che si desse luogo alla cosiddetta «Europa a due velocità». Questa soluzione viene anzi sostenuta come un ritorno allo «spirito dei padri costituenti» attraverso le cooperazioni rafforzate, appunto l'Europa a due velocità. Lo stesso prodi Prodi invita alla «riflessione»; ma non chiude la porta alla possibilità che, per superare lo stallo, si possa pensare ad un nocciolo duro di Paesi che apra la strada dell'integrazione comunitaria ad altri più indietro, o solo più riluttanti a cedere parte della loro sovranità in nome dell'Europa. Se da Bruxelles il premier Silvio Berlusconi ha bocciato la possibilità della doppia velocità, unico tra i leader dei sei Paesi fondatori (Francia, Germania, Italia, Belgio, Lussemburgo ed Olanda), il ministro degli Esteri Franco Frattini ha tuttavia mantenuto aperto uno stretto spiraglio: «Quella del futuro non sarà un'Europa chiusa; ci sono settori in cui tutti quanti sono convinti che si possa partire con una cooperazione rafforzata». Questi settori sono, per la Farnesina, la moneta e la difesa. Ma sono proprio i campi dove, di fatto, un accordo è già stato raggiunto: con la nascita dell'Euro - esempio principe delle cooperazioni rafforzate - e con il recentissimo accordo sulla difesa europea. A Bruxelles, sono state Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo a sostenere l'abbandono della strategia della doppia velocità. Ma il premier italiano, presidente di turno dell'Europa, ha spiegato di essere contrario a questa soluzione ritenendo preferibile procedere all'allargamento dell'Europa ed alle riforme costituzionali insieme a tutti gli altri Paesi. Prodi ha invitato a non prendere posizioni non meditate, quasi sottolineando i rischi di trovarsi al di fuori del gruppo di testa: «Mai bisogna presentare idee prima di aver meditato profondamente e prima di avere, come si dice familiarmente, assorbito la botta». Ma, «effettivamente l'unica risposta negativa che ho sentito» venire dai Paesi fondatori è stata «quella dell'Italia»; «Ne prendo atto», ha dichiarato.

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