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L'Italia vince con l'agenzia alimentare a Parma

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Il governo italiano si è a lungo battuto per questa decisione. Alla Finlandia, che si era candidata con Helsinki (con la quale il capoluogo emiliano ha combatutto a lungo in un testa a testa mozzafiato), viene attribuita l'Agenzia per la valutazione delle sostanze chimiche, per la quale si era pensato inizialmente a Ispra (Varese). Al Portogallo (Lisbona) viene assegnata l'agenzia per la sicurezza marittima, alla Germania (Colonia) la struttura per la sicurezza aerea, alla Francia (con sede da definire) l'Agenzia ferroviaria, alla Svezia il Centro europeo per le malattie trasmissibili e alla Spagna va l'Agenzia per la pesca. Inoltre, il pacchetto comprende anche l'Agenzia per la sicurezza delle reti informatiche, che viene assegnata alla Grecia, mentre Eurojust resta all'Aja così come la scuola di polizia europea resta a Londra. Con 8.000 imprese dedite all'agricoltura e un fatturato, che per l'industria alimentare si aggira intorno ai 5,5 miliardi di euro, Parmae è la "food valley" italiana. In particolare - secondo un'indagine della Coldiretti - nella città emiliana - che tra il paniere della qualità annovera il Prosciutto, il Parmigiano Reggiano, il Culatello di Zibello e il pomodoro - operano 220 caseifici che producono 39.600 tonnellate di formaggio, 2.700 allevamenti bovini per 154.000 capi, 300 allevamenti di suini per 150.000 capi, mentre la superficie coltivata è di 132.700 ettari (il 40% della superficie della provincia) con un primato nella produzione e trasformazione del pomodoro. «Vittoria, vittoria, vittoria» dice il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno: «Il governo Berlusconi - aggiunge - è riuscito a dare all'agroalimentare italiano quella vittoria che meritava. L'Unione europea riconosce a Parma il ruolo di capitale della qualità e della sicurezza alimentare». Secondo Alemanno si tratta «di una vittoria delle tradizioni, dell'identità e della storia italiana. Oggi - conclude il ministro - ci sentiamo tutti un pò più europei e portiamo a casa, alla fine del semestre italiano, un risultato straordinario per il nostro Paese». Esultano le associazioni di categoria. Per il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni, «è stato riconosciuto e valorizzato il primato italiano nella qualità e sicurezza degli alimenti ma anche l'impegno di una città resa famosa nel mondo per prodotti come il Prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano che testimoniano l'importanza del legame con il territorio e il valore della componente agricola impiegata negli alimenti». Secondo Maurizio Tosini, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma, «dopo due anni di tensioni e di trattative difficili finalmente Parma diventa la capitale europea dell'alimentazione. Si tratta di un risultato storico per il quale noi del comitato promotore per la candidatura di Parma ci siamo adoperati strenuamente. Parma è ora a tutti gli effetti un importante riferimento per tutti i paesi europei». «Bene, siamo contenti che sia avvenuto - afferma il presidente della Cia, Massimo Pacetti -, è la proposta che noi avevamo fatto e l'idea che avevamo da molto tempo: Parma è una città che ha un ruolo di grande importanza nel comparto agroalimentare di qualità». «Bisogna dare atto - afferma il presidente dell'organizzazione degli imprenditori agricoli, Augusto Bocchini - dell'impegno del presidente del Consiglio che ha portato l'Authority a Parma, e che ciò rappresenta qualcosa di importante per l'Italia». La decisione avrà un effetto consolatorio per un settore colpito dalla gravissima crisi della Parmalat. La sede di Parma dell'European Food Authority (Efa) potrà disporre di un budget annuo di 40 milioni di euro e impiegherà all'inizio 255 persone, che diventeranno 330 in un triennio.

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