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L'amaro silenzio del Quirinale

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Il presidente Ciampi ha trascorso la giornata a Castel Porziano, seguendo l'evolvere della situazione minuto per minuto. Ed è facile immaginare con quanta amarezza e preoccupazione il capo dello Stato abbia dovuto prendere atto che il miracolo non si è realizzato, che sotto la presidenza italiana non sarà varata quella Costituzione europea per la quale il presidente ha lavorato con grande passione e determinazione in questi anni e negli ultimi mesi. Negli ultimi giorni il presidente aveva moltiplicato i suoi sforzi per il vertice di Bruxelles fosse coronato da successo, contattando Parigi, Berlino, Bruxelles, l'Aja e Lussemburgo, lanciando nuovi appelli a «non far prevalere giochi di alleanze ed egoismi nazionali». Mercoledì Ciampi ha chiamato a raccolta gli esponenti di governo più coinvolti nella trattativa: Berlusconi, Fini, Frattini, Buttiglione e Letta, registrando piena concordanza di vedute ed esaminando le possibili mosse. E in una lettera al quotidiano tedesco «Frankfurter Allgemeine Zeitung» Ciampi aveva definito il Consiglio europeo di questi giorni il più cruciale passaggio della storia dell'Ue. Ed alla luce del nulla di fatto di ieri il monito suona severo: non illudiamoci, scriveva Ciampi, le conseguenze di un fallimento sarebbero dirompenti.

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