Protestano i sindacati. La difesa: «Erano previste da tempo» Trecento promozioni alla Ragioneria in arrivo grazie a un emendamento
Cgil, Cisl e Uil insorgono, contro una misura che definiscono «lobbistica», «clientelare», e «in spregio alla spesa pubblica», al punto che lo stesso leader della Cisl, Savino Pezzotta, prende carta e penna per chiedere al sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta, di bloccarla. Mentre la Dirstat sottolinea che si tratta in realtà solo di «un accorgimento tecnico teso a chiudere l'annoso contenzioso» tra il dicastero dell'Economia e il personale interessato. Al centro della polemica, un emendamento alla Finanziaria approvato dalla Commissione Bilancio della Camera con il quale si promuovono per legge circa 300 dipendenti pubblici, in servizio presso la Ragioneria generale dello Stato, dalla posizione economica C/2 (ottavo livello) alla posizione C/3 (ex nona qualifica funzionale), con decorrenza giuridica retroattiva dal 31 dicembre 1990. Il provvedimento - viene sottolineato - non è retroattivo per la parte economica (nel testo è scritto che il nuovo inquadramento dei dipendenti decorre «ai fini giuridici, dal 31 dicembre 1990, senza effetti economici») e, «in assenza della Finanziaria - spiega la Dirstat, uno dei sindacati dei dirigenti pubblici - il prevedibile esito negativo del contenzioso per l'amministrazione, esito già dichiarato in alcune sentenze della magistratura del lavoro, comporterebbe un dispendio di risorse finanziarie non solo relativamente al maturato economico degli inquadramenti, ma anche relativamente ai costi da sostenersi per l'espletamento dei corsi di riqualificazione allo stesso personale». Spiegazione che non convince gli altri sindacati: «Il provvedimento è illegittimo», «ingiusto», «sconfessa le politiche di razionalizzazione della spesa pubblica messe in campo dalla stessa Legge Finanziaria», e «avrà effetti devastanti sul vigente ordinamento del lavoro pubblico», perchè «lede i contratti collettivi di lavoro». «È uno scivolone clientelare che nuoce gravemente a tutta la pubblica amministrazione», rincara il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, «avviene in spregio alla contrattazione e alla spesa pubblica, in ossequio ad antiche promesse fatte dal ministro della Funzione pubblica durante quel periodo», dice per la Cgil il segretario confederale Gian Paolo Patta.