Costituzione Ue, difficile partita a scacchi
Berlusconi ha inaugurato la serie dei cosiddetti «confessionali», ossia gli incontri a quattr'occhi con cui, da presidente di turno dell'Ue, cercherà entro domani l'incerto, ma necessario accordo unanime tra i 25 capi di Stato o di governo comunitari per l'adozione della prima carta costituzionale europea. I 25 si sono quindi dedicati alle trattative per la soluzione dei pochi, ma fermi dissensi che sussistono tra di loro sulla bozza di testo costituzionale elaborata dalla Convenzione. Il maggiore di questi ostacoli è l'opposizione di Spagna e Polonia al nuovo metodo di voto della «doppia maggioranza» (50% degli Stati e 60% della popolazione comunitaria), proposto dalla Convenzione per le future decisioni del Consiglio Ue e ormai accettato dagli altri 23 Paesi dell'Unione presto allargata. Almeno ufficialmente, Madrid e Varsavia esigono tuttora che come metodo decisionale del Consiglio sia mantenuto il complesso criterio delle ponderazioni dei voti nazionali, scaturito nel 2000 a Nizza e destinato a essere in vigore dall'anno prossimo al 2009. «Le posizioni di Spagna e Polonia - ha detto Berlusconi - sono assolutamente legittime. Ci troviamo di fronte a interessi contrapposti, che dovremo vedere in che modo modificare nell'interesse europeo». La presidenza italiana dell'UE non intende, però, sostenere la conferma definitiva del sistema delle ponderazioni (comprendente tre quorum: 169 voti, la metà più uno degli Stati e il 62% della popolazione). Nei giorni scorsi Madrid ha, quindi, fatto capire informalmente di poter accettare la doppia maggioranza, qualora se ne aumentasse il quorum demografico dal 60 al 66%. Nel tardo pomeriggio, dopo la «confessione» di Berlusconi ad Aznar, a Bruxelles circolava la voce di un'ipotesi di compromesso, consistente nell'aumento al 62% del quorum demografico della doppia maggioranza. Il destino di questa possibile soluzione, che se accettata faciliterebbe probabilmente un accordo unanime sull'intera Costituzione, rimane tuttavia aleatorio, non soltanto a causa della perdurante refrattarietà polacca, ma anche della non meno ferma difesa franco-tedesca della doppia maggioranza. «Dobbiamo tener conto - ha detto Jacques Chirac - della vocazione di unione di Stati d'Europa, ma anche di unione di popoli. Si deve perciò tenere conto delle popolazioni interessate». «Meglio - ha ripetuto Berlusconi - una continuazione della Conferenza intergovernativa che un cattivo accordo. Non accetterò un compromesso al ribasso. Sono comunque soddisfatto per il lavoro che abbiamo fin qui fatto» ha detto il presidente del Consiglio, riferendosi all'ottantina di aspetti su cui l'Italia è riuscita in due mesi a far maturare un accordo unanime. Un'importante decisione (con un accordo unanime) è stata presa ieri dal Consiglio europeo in materia di difesa, con la creazione nel 2004 a Bruxelles di una cellula di pianificazione comunitaria per operazioni di pace civili e militari dell'Ue, nonché di un'analoga cellula europea permanente nel quartier generale della Nato a Mons per le missioni condotte dall'Unione con mezzi dell'Alleanza. L'impatto che la nuova Costituzione europea avrà sui diritti dell'uomo è stato fra gli argomenti trattati a Strasburgo dalla Commissione di Venezia, nel corso della sessione plenaria del Consiglio d'Europa, insieme all'applicazione della Convenzione di Ginevra per i prigionieri di Guantanamo.