«Resto premier. I delfini possono attendere» Il Cavaliere (in assenza del «professore») esclude che la sinistra possa vincere la prossima sfida elettorale
Silvio Berlusconi, in gran forma, sbarra la strada a Fini e Casini: «Chi mi succederà? Non spetta a me dirlo, saranno gli elettori a scegliere il nuovo leader... Ma non si possono fare previsioni, potremmo aspettare un'eternità. In politica i tempi sono molto lunghi». Davanti ad una platea gremita di gente comune, giornalisti, politici e vip (da Maria Angiolillo, Carlo Sartori e Guia Sospisio fino a Gigi Marzullo), in occasione della presentazione del libro di Vespa «Il cavaliere e il professore» (editori Rai-Eri e Mondadori) il premier lancia il suo messaggio chiaro e forte ai suoi ipotetici «sfidanti» nella Cdl e spazza via le voci su un'eventuale corsa verso Palazzo Chigi. Sarà di nuovo lui, a ricandidarsi a Palazzo Chigi e «dato che ci presenteremo con i risultati incontestabili di ciò che abbiamo fatto in questi anni - sottolinea - la nostra nuova vittoria sarà altrettanto incontestabile». La piccola sala del tempio di Adriano a Piazza di Pietra è stracolma e attenta: «Ma che ci fate tutti qui alle quattro del pomeriggio? Non avete altro da fare?», ironizza subito il premier per rompere il ghiaccio, che però diventa subito bollente quando si affrontano i vari argomenti sul tappeto, dalle elezioni del 2006 alle riforme, dalle pensioni al rimpasto di governo, dalla Lista Unica alla Gasparri, dalla satira ai giornalisti-«dittatori». Insomma, Berlusconi, per ora al Quirinale non guarda affatto e pensa solo a lavorare sodo da primo ministro, anzi esclude qualsiasi cambiamento nella coalizione che «è assolutamente compatta». Certo, ci sono delle differenze e un dibattito interno, ma sui grandi temi, no, «siamo tutti su un piano di parità». In particolare sulla leadership, il presidente del Consiglio esclude «qualsiasi cambiamento fino alla fine della legislatura». D'altra parte, il lavoro è ancora tanto e ci sono due anni e mezzo, «per completare programma e riforme». «Rimpasto di governo» è un'espressione che gli piace poco. A gennaio «possiamo verificare che cosa fatto fin qui e prendere in considerazione delle proposte migliorative, adeguando il programma alle mutate situazioni internazionali» ammette Berlusconi che sulla lista unica alle europee si limita a prendere atto del fatto che per ora non è stata possibile. «Non è sepolta, per me va bene, basta che però piaccia a tutti e tutti ne siano convinti», dice e aggiunge che con la lista unica «si sottolinea la compattezza della coalizione», mentre con le liste separate «si evidenzia la singola forza dei partiti». Insomma, se un vero cambiamento ci deve essere, dovrà essere con le Riforme e in particolare nel sistema elettorale, dove la maggioranza apprezza «con tutto il cuore» l'apertura dell'opposizione: «Spero sia possibile raggiungere un accordo fra tutte le forze sulla legge elettorale». Anche nell'interesse della stessa sinistra, sinistra che però Berlusconi, «categoricamente» esclude possa portare a casa la vittoria nella prossima sfida elettorale. In ogni caso Berlusconi precisa che a sciogliere il parlamento «sarà il capo dello Stato» ma non ci sarà la possibilità di «ribaltoni stile '94». Poi respinge con una battuta l'ipotesi di Bertinotti ministro del Lavoro in un eventuale governo di centrosinistra: «Sarebbe un incubo.... No, non penso sia una buona scelta, per il Paese, per i lavoratori». Sulla devolution e il contrasto con Bossi, il premier svela un retroscena raccontando che ieri Fini ha avuto un faccia a faccia con Bossi in cui l'ha rassicurato: a gennaio la riforma approderà in aula. Le ultime ma significative battute il presidente del Consiglio le riserva ai media e alla legge Gasparri che difende a spada tratta: «Apre ai mercati ed è contro ogni monopolio. Ora verrà fuori del conflitto di interesse, ma io dico che il conflitto c'è, ma esiste dall'altra parte... Chi vede la tv sa bene che sulle reti Mediaset il presidente del Consiglio è dileggiato normalmente. Mentre sulle reti Rai vedete tutti quali sono i programmi...». L'assistente del dg Rai