I MINISTRI: INCHIESTA GROTTESCA E INDAGINE CHE FA ACQUA

Sia per Marzano - per il quale l' accusa è di corruzione - sia per Gasparri - accusato di favoreggiamento - la competenza a svolgere le indagini spetta al Tribunale dei Ministri. «Resto allibito nell' apprendere dalle agenzie, con dovizia di particolari, che il mio nome viene accostato all'inchiesta di Potenza, sostenendo incredibilmente che avrei informato una persona sul fatto che il suo telefono era sotto controllo». È questo il commento del Ministro delle Comunicazioni. «Non ho finora ricevuto dall'autorità giudiziaria - prosegue il Ministro - alcun avviso, nè notizia, di tale indagine sul mio conto. È assurdo che debba apprendere dai giornalisti notizie di questo genere. Quel che è certo è che nei miei confronti non è stata nemmeno iniziata alcuna indagine. Altrimenti sarei stato informato come prevede la legge. Tuttavia, circa le notizie riportate da fonti giornalistiche, è facile commentare che risultano, con evidenza, prive di ogni verosimiglianza. Dalle stesse notizie risulta chiaro che nulla mi viene personalmente contestato, perchè nulla può essermi addebitato, essendo il mio comportamento del tutto estraneo ai fatti. Se avessi voglia di scherzare - conclude il Ministro - potrei dire di trovarmi in compagnia degli invitati alla prima della Scala, senza neppure esserci andato. In realtà trovo gravissimo che siano state diffuse, ad arte, notizie su di me prive di ogni riscontro, con il chiaro intento di fare grancassa politica su un'inchiesta che, a detta dello stesso gip di Potenza, fa acqua da tutte le parti». «È una vicenda grottesca», commenta il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano. «È allucinante che mi si imputi il contenuto di eventuali telefonate intervenute tra terze persone - afferma Marzano - Mi riservo in ogni caso di querelare quanti risultassero responsabili di questa storia priva di qualsiasi fondamento razionale». Nell'inchiesta coordinata da Woodcock (alcuni dei 76 indagati sono personalità molto note) si ipotizzano i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti, corruzione, estorsione, millantato credito, favoreggiamento e rivelazione di segreti di ufficio.