Costituzione Ue, nuova bozza ma il parto è difficile
Nella loro ultima riunione prima del vertice decisivo in programma da venerdì, i ministri degli Esteri comunitari ieri a Bruxelles hanno discusso altri due aspetti della bozza costituzionale elaborata dalla Convenzione, precisamente le disposizioni sul bilancio dell'Ue e quelle sull'obbligo di difesa mutua, su cui è ormai probabile un compromesso rispettoso dei quattro Paesi neutrali. Dall'ordine del giorno di ieri la Presidenza italiana dell'Ue ha, invece, escluso i temi più controversi e decisivi per l'adozione della Costituzione, ossia le questioni istituzionali, lasciandone la ricerca di una soluzione ai capi di Stato o di Governo dei Venticinque. Essendo probabile un accordo sul mantenimento provvisorio di un commissario europeo per Stato membro e su un lieve aumento dei parlamentari europei per i Paesi piccoli, il successo del travagliato parto costituzionale sarà con ogni probabilità determinato da un eventuale compromesso che soddisfacesse anche Spagna e Polonia sul metodo di voto al Consiglio dell'Ue. «L'unica questione su cui non vi è ancora accordo - ha riconosciuto il ministro degli Esteri italiano Frattini - è sostanzialmente questa». Al riguardo, però, la posizione negoziale della coppia ispano-polacca, fermamente favorevole alla ponderazione dei voti nazionali scaturita dal Trattato di Nizza, permane antitetica a quella degli altri ventitré Stati della prossima Ue allargata. Polonia e, soprattutto, Spagna, continuano, infatti, ad opporsi al criterio della doppia maggioranza (50% degli Stati e 60% della popolazione) proposto dalla Convenzione e accettato da tutti gli altri Paesi. Una fonte del Governo di Madrid ha confermato ieri che la Spagna non prenderà l'iniziativa per un compromesso, ma aspetta a questo scopo quella mossa che l'Italia, per doveri di Presidenza, si è finora astenuta dal compiere, e che Frattini ieri ha ancora una volta escluso. Pur dichiarando che il Governo di Madrid è disposto a trattare «in modo costruttivo», la stessa fonte ha, peraltro, indicato come possibile soluzione un «ritocco» del complicato sistema di ponderazione uscito da Nizza, nel quale Spagna e Polonia hanno ciascuna 27 voti ponderati, ossia due soltanto in meno di Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia. Una modifica del sistema di ponderazione pare, tuttavia, improbabile, anche perché sarebbe un esempio di quel «compromesso al ribasso», che la Presidenza italiana anche ieri si è impegnata a rifiutare.