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Finanziaria domani in aula alla Camera

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Fra l'altro si deciderà come reperire i 5-600 milioni necessari per il comparto sicurezza

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Da martedì nell'emiciclo di Montecitorio comincia la discussione generale sulla manovra economica, sulla quale alcuni ministri non escludono che si possa porre la questione di fiducia, anche in considerazione del fatto che al testo sono stati presentati circa 3.800 emendamenti. Ma sia il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas, che per il governo ha seguito fin qui passo passo tutto l'iter della finanziaria, sia il relatore Gianfranco Blasi (Fi) considerano il numero delle richieste di modifica presentate da maggioranza ed opposizione «abbastanza fisiologico» e non tale da far pensare che si debba ricorrere al voto di fiducia. Fra le questioni ancora aperte, quella dei 5-600 milioni che bisogna trovare per il comparto sicurezza richiesti dal ministro dell'Interno Pisanu. Il governo considera il tema una priorità e ha fatto sapere che alla spesa si potrebbe far fronte aumentando le accise sul tabacco tra i 10 ed i 15 centesimi per pacchetto di sigarette. Oltre ai fondi per la sicurezza, servono anche quelli per la riforma degli ammortizzatori sociali. Malgrado le risorse siano «limitate», per il sottosegretario Vegas «qualcosa si può ancora fare». Il relatore Blasi, inoltre, si dice ottimista sulla possibilità di stabilizzare i precari dei ministeri dei Beni culturali e della Giustizia. L'aula della Camera si occuperà anche della polizza anti-sisma e della Consip: un emendamento in commissione Bilancio del relatore, che di fatto la cancellava annullando tutte le aste in corso, è stato infatti rinviato proprio all'aula. Alla Camera i gruppi di maggioranza ed opposizione hanno presentato per l'Aula al testo della Finanziaria circa 3.800 emendamenti: un numero piuttosto elevato che potrebbe rafforzare il proposito del governo di porre la questione di fiducia anche sulla Finanziaria, dopo averlo fatto sul Decretone. Il ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno si dice certo che, nella stretta finale sulla Finanziaria, «dal punto di vista politico i problemi interni alla maggioranza si risolveranno». Ma, osserva, «se nel dibattito parlamentare non si dovesse trovare un accordo, la fiducia può essere uno strumento per riuscire a mantenere l'iter parlamentare nei tempi giusti ed evitare l'esercizio provvisorio». Il numero degli emendamenti non preoccupa invece il sottosegretario all'Economia Vegas, secondo il quale gli emendamenti «sono tutto sommato in una misura fisiologica». Dello stesso avviso è il relatore Gianfranco Blasi, che definisce «non preoccupante» la quantità di emendamenti presentati alla Camera. «Li trovo - spiega - in un numero fisiologico rispetto alla logica della Finanziaria; e poi, tutto sommato, sono meno di quelli presentati negli anni passati». «Considerato come si è svolto l'iter della manovra in commissione, posso dire - aggiunge - che non mi sembra che ci sia il clima per porre la fiducia». Contro l'ipotesi della fiducia si scaglia Castagnetti, della Margherita. «Se il governo decidesse di porre la questione di fiducia anche sulla Finanziaria sarebbe gravissimo», dice. «Significherebbe che esso non nutre alcuna fiducia nella propria maggioranza e che di essa ha paura».

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